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lunedì, 30 Settembre, 2024

Distanze

Le prove di ripresa cui stiamo assistendo, per quanto sia grande la voglia di correre incontro alla vita e al mondo, offrono già un quadro chiaro di cosa ci aspetti nel breve: dobbiamo essere attenti, previdenti e in grado necessariamente di mantenere le distanze. Non solo per una questione di salvaguardia della nostra salute, ma anche per tutelare quanto costruito finora e quanto si sta progettando per il futuro.

Non è una semplice percezione, ma una constatazione effettiva della realtà. C’è chi si è fermato a causa della pandemia e ha bisogno di riprendersi ma non dispone ancora degli strumenti adeguati. Risultato: il tempo è poco, le necessità troppe, i mezzi scarsi, per cui improvvisa e rischia di non essere né solvibile né affidabile. C’è chi non si è fermato nonostante la pandemia ed è riuscito, con grande sacrificio, a dare in qualche modo continuità alla propria attività. Si trova adesso nella fase di interazione con il mercato con cui dover bilanciare gli investimenti effettuati. Risultato: ha bisogno di realizzare iniziative concrete sul territorio o sul web e della risposta immediata del pubblico/consumatore. C’è chi invece grazie alla pandemia ha visto accelerare attività e profitti, disponendo adesso di grandi risorse oltre che di una nuova consapevolezza imprenditoriale. Risultato: è alla ricerca di opportunità e alla conquista di nuove quote di mercato, vittima tuttavia di una crescita imprevista e troppo veloce, che molto spesso porta alla disgregazione dei sistemi di impresa.

L’attenzione che ci viene richiesta, oggi più che mai, è quella di verificare a fondo le situazioni prima di condividerle. Di analizzare i contesti e le persone che vi gravitano intorno, prima di accettare un incarico o di affidarlo a nostra volta. La previdenza che ci viene richiesta è quella di gestire in maniera sempre più oculata le risorse di cui disponiamo, perché l’emergenza resta dietro l’angolo e non c’è garanzia che le cose vadano come pianificato. Occorre mantenere la distanza da chi rischia di rappresentare per noi un problema, così come dai problemi stessi, senza lasciarci soffocare, perché solo allontanandoci da questi potremo vederli nel loro complesso e studiare una soluzione.

La pandemia è senz’altro la scuola più dura e violenta di apprendimento delle tecniche di problem solving. Noi italiani siamo maestri in questo, ma dobbiamo imparare una volta per tutte l’arte della prevenzione, che è l’unico vero baluardo nei processi di sopravvivenza della specie per garantire continuità e sviluppo. L’Italia corre con la campagna vaccinale, ma continua purtroppo a rinviare problematiche strutturali di sistema che presto comporteranno conseguenze e richiederanno una grande prova di forza da parte degli italiani. Vogliamo credere nelle riforme e nell’Italia che sarà; ma restiamo attenti, cerchiamo di essere previdenti e manteniamo le dovute distanze da chi fa solo i propri interessi.

di Riccardo D’Urso


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