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lunedì, 20 Maggio, 2024
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La Resilienza Made in Italy

C’è una parte di noi che non si arrende mai. È quella parte di Italia che si sveglia ogni giorno e che non si ferma né davanti a queste nuove anomale ondate di vento e di pioggia, né davanti all’assenza di risorse, né alla mancanza di supporto istituzionale, né ai tradimenti, né alle persistenti cattive notizie di telegiornali e quotidiani. C’è una parte di italiani che non è disposta a cedere, che preferisce lottare fino alla fine pur di non abbandonare i propri sogni e con loro il nostro bellissimo Paese. Perché l’Italia è questo: è una grande tavolozza di opportunità e colori che ispira sogni, creatività e imprese e non c’è italiano che una volta contaminato dal bisogno di esprimere tutta la potenza che viene dalla propria terra, finisca per arrendersi o per perdersi nei meandri del “non so più che fare”. L’italiano si ferma, a volte, in attesa di nuovi stimoli, che qualcosa cambi o che qualcuno di intraprendente si faccia avanti, chiude un canale per aprirne un altro, si reinventa, ricicla le parti di sé che ancora pulsano nonostante le difficoltà infinite di essere ciò che si è o di dimostrare ciò che si vale, ma mentalmente non si arrende. Crede sempre nella possibilità che l’Italia migliori, di riattivarsi e di riaprire il cassetto delle proprie buone intenzioni. È un meccanismo tutto nostro. Un mondo accessibile a pochi, un insieme di regole corrette eppure sregolate, una logica che ha senso solo se la si vive in prima persona, altrimenti si finisce in un baratro di congetture inutili. È il nostro patrimonio più grande. È il nostro immenso Tesoro: è la resilienza Made in Italy.

Politica, religione, impresa, cultura. Noi italiani non cerchiamo un indirizzo politico o una conferma religiosa, cerchiamo la persona che possa scuotere nuovamente i nostri ideali e farci tornare a sognare e vivere bene, col mondo e con noi stessi, come solo noi sappiamo fare. Gli italiani non cercano una soluzione definitiva a livello lavorativo o culturale, bensì la certezza che ci sia chi possa aiutarli a trovare un indirizzo alla propria vita mettendoli in condizione di produrre e di studiare come davvero sentono di poter fare. Se solo l’Italia riuscisse a mettere in condizione gli italiani di lavorare e contribuire culturalmente allo sviluppo del proprio Paese, non ci sarebbe più un debito pubblico, non ci sarebbe più l’incubo delle acquisizioni straniere, non ci sarebbe più la necessità di rivolgersi all’esterno, né la paura di tenere in Italia ciò che possediamo, ma soprattutto di costruire per il futuro. Il problema oggi più grande del resto è proprio questo, il fatto che l’Italia non investe più nel futuro e che gli italiani vivono giorno per giorno guidati da un cellulare che li tiene attaccati al presente con le allerte meteo, lo scoperto in banca, le problematiche politiche, le mancanze di chi fino a ieri si spacciava per partner e oggi non ne vuole più sapere, le iniezioni quotidiane di tragedie che arrivano dalla TV e dalla stampa convenzionale. Tutto sembra condannato ad essere risucchiato dal nulla, le persone ad allontanarsi da tutti e da tutto, le case crollare, i borghi morire, la cultura svanire… eppure l’Italia non si arrende. Ci sono infatti quegli italiani, gli anziani, che hanno costruito l’Italia e che pur vivendo una realtà che non corrisponde ai lunghi anni di sacrificio e di fede, continuano a combattere perché persone come me possano costruire con fiducia e determinazione. Ci sono quegli italiani, la mia generazione appunto, che nonostante l’impossibilità di fare le cose, di arrivare alla fine, di seminare per raccogliere, fanno tutto ugualmente, senza la paura di assumersi la responsabilità della propria vita e di quella di altri, di rischiare, di sbagliare. Ci sono quegli italiani, i più giovani, che guardano fuori, al futuro, ad altra bellezza, ma che sono ancora qui e che per molti versi resistono in attesa di noi, delle nostre scelte, delle nostre azioni, della nostra stessa resilienza che per loro significa opportunità, colori da scegliere, vita.

L’Italia è viva perché c’è una parte di italiani, di tutte e tre queste meravigliose categorie, che è pronta a rifondare letteralmente questo Paese e a realizzare i propri sogni, perché lo ama profondamente, crede in sé stessa e non si arrende, non si arrende mai.

di Riccardo D’Urso

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