Ogni luogo può essere letto con occhi diversi e attraversato con passi sempre nuovi. Questo è quello che abbiamo fatto in Salento, seguendo un itinerario inedito sulle orme di donne che sul territorio hanno lasciato e continuano a lasciare un segno.
Donne sul filo di un racconto è il fil rouge – tessuto dallo sguardo mai banale di Floriana Maci, referente di Apulia Slow&Motions by MaMo Service di Campi Salentina in provincia di Lecce, e dalla collaborazione con Caroli Hotels – che ci ha portato a scoprire spazi noti e meno noti del tacco d’Italia da una diversa prospettiva.
Fuori dai soliti schemi, lontano da quel turismo consolidato che tenta di rinchiudere la Puglia nel cerchio – stretto per una regione tanto ricca e affascinante – della sola meta estiva, abbiamo sperimentato un percorso insolito, fatto di storie, più o meno antiche, che riecheggiano tra questi luoghi.
Vi portiamo con noi, partendo da Leuca.
Camera d’Autrice, una stanza per Renata Fonte all’Hotel Terminal
Una perla bianca che si tuffa in un mare dal blu intenso, Leuca incanta chiunque la visiti.
Il nostro tour è iniziato da qui, ospiti dell’Hotel Terminal, il più antico della catena Caroli Hotels. In questo hotel con affaccio sul mare, elegante e accogliente, abbiamo scoperto Camera d’Autrice, iniziativa di Toponomastica Femminile, associazione volta a restituire voce e visibilità alle tante donne che hanno contribuito a migliorare la società. La proposta si rivolge alle strutture ricettive e prevede di intitolare una delle camere a un personaggio femmilie di rilievo legato al territorio. All’interno della stanza, gli ospiti troveranno libri, foto, racconti che daranno loro la possibilità di conoscere la figura protagonista.
Con la sensibilità che contraddistingue la famiglia alla guida di Caroli Hotels – gruppo alberghiero attivo dal 1966, da sempre attento alla valorizzazione del Salento – l’Hotel Terminal ha aderito dedicando una delle proprie camere a Renata Fonte, politica italiana, prima assessora al Comune di Nardò e, triste primato, prima vittima di mafia della zona.
Una camera che vuole essere spazio di memoria, scrigno che racchiude una storia dal valore inestimabile, quella di una donna che si è contraddistinta per la tenace difesa del territorio e l’opposizione alla speculazione edilizia, la cui voce, messa brutalmente a tacere, continua a scorrere tra le pieghe della sua terra e non solo.
Una camera che vuole essere punto di partenza per un viaggio di scoperta che va oltre la meraviglia dei luoghi ma che si sofferma sulla profonda bellezza delle tante persone che quei luoghi li hanno amati e custoditi.
Da questa stanza, che apre la mente sulla vita di una donna autrice di cambiamento e volge lo sguardo verso l’azzurro cristallino del mare, ha preso il via l’itinerario Donne sul filo di un racconto.
Leuca, una perla bianca ai confini della terra
Quanti di voi sanno che questa località ha ben tre nomi?
Santa Maria di Leuca, il più noto, entrato nel linguaggio comune soprattutto dal punto di vista turistico, comprende in realtà l’area con il Faro e la Basilica, la prima chiesa cristiana d’Occidente eretta con l’arrivo dei cristiani; Leuca, dal greco leukos, bianco, è il nome con il quale gli antichi naviganti in transito da e per l’antica Grecia indicavano questo approdo tra le scogliere; Marina di Leuca, toponimo più recente che si riscontra solo negli atti ufficiali successivi all’istituzione della cittadina di Leuca come frazione del vicino comune di Castrignano del Capo, include la parte bassa della cittadina con il porto e il lungomare.
Tre nomi, che però non lasciano spazio a nessuna confusione sul fascino unico di questo luogo.
La Basilica e il Faro si ergono sulla sommità di Punta Meliso, uno dei due promontori che, insieme a Punta Ristola, abbraccia la baia di Leuca.
La Basilica sorge là dove, secondo la tradizione, c’era il tempio dedicato alla dea Minerva. Chiamata Santa Maria di Leuca – dal nome Leukos con cui i Greci chiamavano questo lembo di terra – o Santa Maria De Finibus Terrae – ai confini della terra, termine che i Romani usavano per indicare l’estremo limite dei Cives (cittadini), al di là del quale cominciavano i Provinciales (i coloni) –, la Basilica domina la grande piazza al centro del colonnato. A pochi passi, il Faro. Costruito dove un tempo si ergeva una torre saracena, con un’altezza di 102 metri sul livello del mare è il secondo più alto d’Europa.
Da questo promontorio si gode di una splendida vista su tutta Leuca che appare bianca come una roccia schiarita dalla schiuma del mare e dal sole.
Da Punta Meliso alla Marina di Leuca
Da Punta Meliso, la Cascata Monumentale, parte terminale dell’Acquedotto Pugliese, con la scalinata che la costeggia su entrambi i lati, vi condurrà nella parte bassa di Leuca. Una passeggiata imperdibile, che vi permetterà di ammirare tutta la bellezza di questa particolare opera architettonica perfettamente integrata con il paesaggio circostante.
Una volta scesi, la camminata prosegue sul pontile in legno che segue il profilo costiero di Leuca, fino ad arrivare alla marina, dove non potrete non notare le bagnarole. Queste strutture in pietra, risalenti agli anni ’20 e realizzate in prossimità del mare, erano riservate alle donne dell’aristocrazia salentina, che potevano così tenersi al riparo da occhi indiscreti mentre facevano il bagno (o, chissà, per concedersi qualche momento di trasgressione) e proteggersi dal sole.
Le Ville di Leuca
Le bagnarole – ad oggi ne restano pochissime, visibili dal lungomare – appartenevano ai proprietari delle Ville di Leuca di cui la cittadina ha iniziato ad adornarsi quando le ricche famiglie salentine, attratte dalla sua bellezza, la scelsero come luogo di villeggiatura.
Quaranta dimore ottocentesche, autentici capolavori realizzati dai migliori architetti dell’epoca, oggi parte integrante della ricchezza paesaggistica della Marina di Leuca. Ogni villa è stata costruita con un tocco originale: si va dalle più classiche alle più particolari, dai tratti moreschi e orientaleggianti, dalle linee gotiche o pompeiane. Le stesse cabine private, le bagnarole, richiamavano lo stile e i colori della Villa di appartenenza.
Passeggiare tra le Ville di Leuca, che svettano orgogliose tra pini e palme, vi trasporterà in mondi lontani.
Residenze private, molto spesso sono occupate dagli stessi proprietari durante le loro vacanze ma è possibile visitarle in occasione di Ville in Festa, la manifestazione che si tiene il primo weekend di maggio. Un appuntamento attesissimo che dà il via alla stagione estiva.
Alcune di esse, invece, sono state ristrutturate e adibite a luoghi turistici. È il caso di Villa Meridiana, una delle più suggestive, così chiamata per via dell’orologio solare che la contraddistingue. La facciata in stile art-decò-eclettico riprende i colori del giallo ocra e rosso pompeiano; sul piano superiore si erge la maestosa lanterna con belvedere affacciato sul lungomare; ancora intatta la bagnarola appartenuta alla Villa e oggi, come le altre, ceduta al demanio e divenuta bene pubblico da tutelare.
Villa Meridiana, di proprietà della famiglia Caroli-Caputo, fondatrice di Caroli Hotels e attualmente alla quarta generazione, è adiacente all’Hotel Terminal. Conservando intatte le caratteristiche originarie della casa dei nonni, oggi è un rinomato luogo di villeggiatura, dove gli ospiti che la scelgono possono soggiornare e vivere un’esperienza romantica e senza tempo.
Proprio a Villa Meridiana abbiamo trascorso una serata unica nel suo genere. Immaginate di percorrere il viale alberato, salire i gradini, varcare la soglia e ritrovarvi in un’altra epoca, seduti in un elegante salone a degustare ottimi piatti sapientemente preparati dallo chef del ristorante dell’Hotel Terminal.
Leuca è questo e tanto altro, un terra dalle mille storie che si intrecciano con il presente.
Da qui ha preso il via il nostro cammino con Donne sul filo di un racconto. Ma questo è solo l’inizio.
di Claudia Mele
Info
Tour Donne sul filo di un racconto proposto da Caroli Hotels s.r.l. in co-marketing con Apulia Slow&Motions attraverso la Call Educational Tour 2022 di Pugliapromozione.
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