AMODO Alleanza per la Mobilità Dolce è una rete di associazioni volta a promuovere la mobilità sostenibile e il turismo slow e, congiuntamente, a valorizzare i borghi e i paesaggi italiani con un occhio di riguardo all’ambiente. La portavoce Anna Donati, esperta di tutela del territorio, mobilità sostenibile, infrastrutture di trasporto, ci fa entrare nel mondo di AMODO e ci fa scoprire la storia, la filosofia e i progetti dell’Alleanza.
L’intervista
Anna Donati, Lei è la portavoce di AMODO. Ci spiega come e perché nasce l’Alleanza per la Mobilità Dolce?
AMODO è una rete promossa nel 2017 da 28 associazioni nazionali e locali e 18 associazioni aderenti, nata per favorire la mobilità dolce e far emergere una visione unitaria delle reti e dei territori. L’idea è di far crescere la cultura della mobilità dolce e portare chi prende le decisioni ad ogni livello ad attenzionare il tema, coniugare questa mobilità attiva con il territorio, il tempo libero e l’offerta turistica slow. Per questo, dentro la nuova Alleanza, oltre alle associazioni che si occupano di cammini, bicicletta, greenways, ferrovie turistiche ed escursionismo, sono presenti quelle che si occupano di tutela dei piccoli borghi, di turismo sostenibile, di paesaggio, ambiente e natura.
Di cosa si occupa AMODO?
AMODO valorizza la presenza e l’attività delle associazioni sui territori e favorisce le azioni istituzionali nei suddetti settori. Ci siamo occupati, e ci occupiamo, di agire presso le Istituzioni locali e nazionali, il Parlamento, il Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibile, il MiBAC (oggi MiC) e ora il Ministero del Turismo, le regioni, per fare avanzare progetti, risorse e idee nuove.
In Parlamento è cresciuta la sensibilità e l’attenzione su queste tematiche. C’è stata l’approvazione della Legge 128/2017 per lo sviluppo delle ferrovie turistiche, dove sono indicate 18 linee ferroviarie da valorizzare a questo scopo e altre si dovranno aggiungere a questa lista. Altra legge significativa è quella per i piccoli comuni approvata a fine 2017. Il Ministero per i Beni Culturali ha adottato, sempre nel 2017, il Piano Strategico di Sviluppo del Turismo, che include lo sviluppo dei cammini e delle ferrovie turistiche; il Ministero dei Trasporti e Infrastrutture ha accolto il Piano Straordinario di Mobilità Turistica “Viaggiare in Italia”, che mette insieme l’offerta di trasporto turistica, inclusa la mobilità dolce, con i cammini, le ciclovie e le ferrovie turistiche. Inoltre, significative risorse per lo sviluppo delle ciclovie turistiche e urbane sono state decise con le leggi Finanziarie 2016-2018, con più di 500 milioni di euro.
Quali sono i soggetti coinvolti in AMODO?
Le associazioni che hanno promosso AMODO sono quelle che si occupano in modo sistematico di cammini, sentieri (Rete dei cammini, Federtrek, FIE, AIGAE), ciclovie (Legambiente, ARI Randonneur, Associazione Greenways), ferrovie locali e turistiche (FIFTM, AEC, Associazione Genio Ferrovieri), turismo sostenibile (AITR e Touring Club Italiano), protezione della natura e del patrimonio (Italia Nostra, Kyoto Club, WWF, Federparchi) e cura delle Città e dei Borghi (Cittàslow, Borghi Autentici d’Italia, Comuni Virtuosi, Bandiere Arancioni TCI). La scelta è stata quella di costituire una rete di associazioni, e non una nuova associazione, dove viene valorizzato il lavoro delle singole realtà legato alla mobilità dolce con la sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa che indica le azioni collettive da attuare, in sinergia, e una campagna comune annuale per la Primavera della Mobilità Dolce.
Come e chi può aderire all’Alleanza?
AMODO è costituita da 28 associazioni promotrici con un comitato di gestione, una portavoce, un sito e delle azioni comuni istituzionali e di comunicazione. L’Alleanza ha elaborato un Manifesto di contenuti a cui possono aderire le realtà che hanno una filosofia analoga e vi si riconoscono. In questi tre anni sono diventate ben 18 le associazioni aderenti: si tratta di gruppi di impegno locale, di associazioni specifiche, di cui abbiamo verificato la coerenza e l’impegno su questi temi e che hanno apportato anche innovazioni, che ci hanno arricchito. Penso, ad esempio, all’adesione di Free Wheels e Noisy Vision che lavorano sull’accessibilità delle reti e dei servizi, in modo che siano aperti a tutti promuovendo viaggi inclusivi.
Quali sono gli obiettivi e la filosofia di AMODO?
Negli ultimi anni anche in Italia c’è una sempre più ampia diffusione e attenzione alla mobilità dolce. Sono aumentati quelli che camminano, pedalano e scelgono le ferrovie turistiche per muoversi nel paesaggio e nella natura. Cresce, inoltre, l’esigenza di un uso più razionale e intenso delle ferrovie minori come alternativa al trasporto su gomma e l’intermodalità con i diversi mezzi di trasporto, con l’obiettivo di frenare il consumo di territorio, ridurre le emissioni inquinanti e i gas serra, aumentare l’accessibilità, la coesione sociale, la salute e il benessere. La cultura della mobilità dolce è impostata sulla condivisione dello spazio pubblico, sulla convivenza, integrazione e il rispetto tra i diversi utenti della strada e ha come effetto la tutela dell’ambiente e del territorio e la valorizzazione del paesaggio. Vogliamo affermare l’idea che il viaggio sia un’esperienza da vivere, non solo uno spostamento per arrivare a destinazione, ma un modo di godersi il tempo libero, la bellezza dei piccoli borghi, il buon cibo a chilometro zero, per incontrare la vitalità delle comunità locali, apprezzare il silenzio e l’aria pulita, curare il proprio corpo e il proprio benessere, per dare valore al tempo. Questa è la nostra filosofia.
AMODO come valuta il PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato dal governo Draghi?
È un piano di ombre e luci. Positivo che per i borghi siano destinate significative risorse (1 Mld), mentre le risorse per cammini e ferrovie storiche (435 milioni) non sono sufficienti per dare una svolta a questi due ambiti della mobilità dolce italiana, così come riteniamo davvero scarse le risorse per la mobilità ciclistica (0,6 Mld) per realizzare 570 km di ciclabili urbane e 1.250 km di ciclovie turistiche.
Secondo AMODO servono 2 miliardi di investimenti in sei anni per dare una svolta alla mobilità in bicicletta. Per quanto riguarda le infrastrutture ferroviarie, con 24,77 miliardi, è positivo che si investa sulla cura del ferro, ma la maggior parte di queste risorse viene allocata per l’Alta Velocità Ferroviaria (8,5 mld al Nord e 4,6 al Sud) mentre solo 7,8 miliardi sono destinati ai nodi metropolitani e alle ferrovie regionali del paese. Quindi abbiamo dato un giudizio articolato sul PNRR, con aspetti positivi, ma anche diverse criticità evidenti.
Quali sono i principali temi ed eventi de’ La Primavera della Mobilità Dolce 2021, iniziata il 21 marzo e che si concluderà il 21 giugno?
Quest’anno abbiamo deciso di lavorare su due temi in particolare, ovviamente con eventi da remoto viste le regole ancora vigenti su distanziamento anti-pandemia.
La prima attività riguarda un protocollo con RFI, che abbiamo sottoscritto per la creazione di un Atlante della Mobilità Dolce, inedito per l’Italia. Vogliamo rappresentare la ricchezza di cammini, sentieri, ciclovie, greenways, borghi, parchi, beni storici e altri elementi rilevanti del territorio, da mettere in relazione al reticolo delle stazioni ferroviarie. Già esistono in Italia “Atlanti” che raccolgono e divulgano ora cammini, ora ciclovie, ora ferrovie turistiche, parchi, beni storici, etc. Con questo nuovo progetto, noi di AMODO con RFI vogliamo integrarli in un unico sistema che possa farne emergere le sinergie e proporre esperienze di viaggio multimodali e multiculturali.
Secondo, nell’Anno Europeo delle Ferrovie 2021, siamo impegnati a sostenere il treno, che in tempi di pandemia sta vivendo una crisi molto seria, lavorando per la ripartenza sostenibile. Se vogliamo davvero ridurre del 55% i gas serra, come ci prescrive il Green Deal europeo al 2030, nel nostro Paese servono servizi molto più intensi di oggi, sia per il trasporto ordinario, sia per le ferrovie regionali, ma anche per il viaggio turistico. Infine, abbiamo segnali che tra fine maggio e il mese di giugno, riprenderanno alcune attività della Primavera Mobilità Dolce in presenza, con piccoli gruppi per camminate, pedalate, visite a borghi e giardini, viaggi su ferrovie locali, in coerenza con le norme anti-covid vigenti.
Quest’anno l’iniziativa si concentra particolarmente sulle ferrovie storiche, turistiche e le greenways. Qual è l’impegno di AMODO sul tema?
Una tappa fondamentale della Giornata Nazionale delle Ferrovie delle Meraviglie, storica campagna di valorizzazione delle ferrovie locali, dei treni turistici e delle greenways di AMODO, è stato l’evento online dedicato alla difficile situazione delle ferrovie piemontesi, con tratte purtroppo in dismissione, chiuse o temporaneamente sospese. Solo in quest’ultimo decennio in Piemonte sono state sospese 15 linee ferroviarie locali, pari a circa un terzo dell’intera rete regionale: con l’evento Futuro Sospeso, calendarizzato nell’apposito sito dell’Unione Europea, abbiamo voluto porre particolare attenzione su questa delicata situazione.
Quindi, in questo 2021, senza eventi sui treni come di consueto causa pandemia, lavoriamo per una ripartenza efficace del servizio ferroviario locale e turistico.
Cosa bisogna fare, secondo lei, per incentivare e promuovere un turismo lento e la mobilità dolce?
Penso che serva attuare le norme, i progetti, i piani, le innovazioni che sono emerse in questi anni, ma che stentano a trasformarsi da parole e carte in realtà concrete da vivere per viaggiatori e viaggiatrici. Vanno messi a fuoco i servizi di accoglienza, le reti, la segnaletica, la comunicazione e la manutenzione, per rendere facile la fruizione. Dobbiamo accelerare l’attuazione di quanto programmato, investire sui borghi, attuare la legge per la mobilità in bicicletta e quella per le ferrovie turistiche, rivedere la rete di cammini: serve un grande sforzo attuativo collettivo, locale, istituzionale, dei ministeri MIMS, MiC e del nuovo Ministero del Turismo.
Intervista a cura di Silvia Dallafior
? Potrebbe interessarti anche IT.A.CÀ, scopriamo il Festival con la co-fondatrice Sonia Bregoli