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domenica, 28 Aprile, 2024
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L’Infiorata di Noto 40^ edizione, una giostra di colori e di sentimenti

Intreccio di sguardi, obbiettivi fotografici sia professionali che di semplici smartphone, occhi verso il basso incantati da quei 16 tappeti di fiori che onorano il risveglio della terra nella stagione primaverile e rendono ulteriore bellezza alla via più rappresentativa del barocco siciliano: via Nicolaci. Questa è stata la grande festa laica di Noto, l’Infiorata: rispetto ad altre città in cui l’arte effimera dei tappeti in fiore è di natura religiosa, nella città barocca è ispirata ad una delle più antiche festività pagane, ossia il saluto alla primavera.

La quarantesima edizione appena conclusasi, ha suscitato emozioni molto forti con il tema scelto: “Veni ca ti cuntu, storie dei Siciliani in America”. Dopo un decennio in cui nei 122 metri di via Nicolaci sono stati raccontati altri Paesi del mondo, incrementando e appagando la sete di scambio culturale che ha reso internazionale l’evento, si è scelto quest’anno di raccontare la Sicilia nel mondo, in modo specifico la Sicilia rappresentata dai suoi emigrati nell’America del Nord con le loro storie di successi e insuccessi.

Passeggiare, dunque, lungo la scenografica via Nicolaci è stato quest’anno come ascoltare il racconto di singole storie da quei bellissimi mosaici di petali. Tra esse, la storia del successo di Joseph Barbera figlio di siciliani, fondatore con William Hanna della famosa casa di produzione di cartoni animati Hanna Barbera, che produsse oltre 200 cortometraggi della serie di Tom&Jerry;  l’affascinante storia del campione di baseball Joe Di Maggio, genitori di origine palermitana; di un altro grande campione del pugilato Jommhy Dundee, all’anagrafe Giuseppe Currieri, nato a Sciacca; del genio musicale Frank Zappa, padre palermitano,;della straordinaria Lisa Minelli, anche per lei origini palermitane; del talento eccentrico di Lady Gaga, per metà messinese, il padre originario di Naso, in provincia di Messina; di Santa Biondo, natia di San Mauro Castelverde, in provincia di Palermo che legò la sua fama al canto lirico, fu soprano al Metropolitan Opera Company di New York; non poteva ovviamente mancare “The Voice”, il ritratto in fiore di Frank Sinatra, quasi a suscitare un sorriso di fierezza, come se non bastasse, tra i siciliani in visita ricordando le sue origini isolane da parte del padre. Tra tutte le storie riportate al pubblico attraverso quest’arte effimera, anche quella di coloro che hanno osato inseguendo il proprio sogno, come l’artista Arturo Di Modica: un tappeto infiorato ha riprodotto la potenza dei muscoli della sua grande opera “Charging Bull” Il Toro di Wall Street. Un altro tappeto ha reso omaggio a Anna Maria La Bianca, le cui creazioni sono state esposte in tutto il mondo rendendo onore al Made in Italy, riproducendo una capo della sua linea, il foulard Sicily.

Ma, come detto, non solo i successi sono stati raccontati: spazio anche alla commozione dinanzi a storie come quella di Gaetana Midolo, netina che a soli 13 anni lasciò la sua città e tre anni dopo fu vittima dell’incendio della fabbrica di camicette bianche “Triangle Shirtwaist Company” di New York, come anche il tappeto dal titolo “Husky 1943”, un pezzo di storia che ricorda il dolore del tragico evento bellico.
Va in archivio un’edizione che è stata un’originale giostra di colori e di sentimenti che consacra sempre più l’Infiorata come patrimonio non solo della comunità netina, ma di tutta la Sicilia.

Ottima l’organizzazione che oltre all’evento centrale consente di avere altri scorci tra arte e gastronomia lungo le vie centrali con tanti appuntamenti di intrattenimento nuovi e tradizionali come il Corteo Barocco, sfilata in abiti d’epoca giunta alla 20^ edizione e lo spettacolo suggestivo di suoni e luci, il video mapping che, da consuetudine, sigla l’Infiorata e da appuntamento al prossimo anno.

Il sindaco Corrado Bonfanti ha definito questa edizione da oltre 150.000 presenze «entusiasmante e intrisa di profondi sentimenti di riconoscenza ed emozione per tutti quei siciliani sparsi in giro per il Mondo».

– di Carmen Attardi

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