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L’Orto Botanico di Palermo, da quattro anni sede di Una Marina di Libri

Dopo avere seguito anche quest’anno come media partner Una Marina di Libri, il festival dell’editoria indipendente che si svolge a Palermo, in questo articolo Tesori d’Italia racconta la storia del luogo dove negli ultimi quattro anni si è svolta la manifestazione e che ha contribuito enormemente al suo successo: l’Orto Botanico, uno dei luoghi più suggestivi della città.

Tanti sono i luoghi di interesse storico-culturale che animano il capoluogo siciliano e molte le sedi che si sono offerte di ospitare la manifestazione nei suoi primi anni di vita: dopo una prima edizione (2010) diffusa su tutto il centro storico di Palermo, il festival si è svolto per due anni nel Complesso Monumentale di Palazzo Chiaramonte-Steri, per poi avere luogo nella sede della Società Siciliana per la Storia Patria di piazza San Domenico e per due anni consecutivi nella Galleria di Arte Moderna. Il salto di qualità, in termini anche di numero di editori partecipanti e di visitatori, è avvenuto grazie alla scelta di trasferire la manifestazione, nelle ultime quattro edizioni, all’Orto Botanico di Palermo, tra ficus centenari, ninfee e canne di bambù.

L’Orto Botanico dell’Università di Palermo è una tra le più importanti istituzioni accademiche italiane. Considerato tra i più antichi e grandi musei botanici a cielo aperto d’Europa, da oltre duecento anni consente lo studio e la diffusione in tutto il bacino del Mediterraneo di innumerevoli specie vegetali, alcune delle quali originarie delle regioni tropicali e subtropicali.
Fu fondato nel 1781 per volontà della Regia Accademia degli Studi di Palermo, oggi Università degli Studi di Palermo, e nel 1789 si trasferì nella sua attuale sede, nel piano di Sant’Erasmo, poco fuori dal centro storico della città, per essere inaugurato nel dicembre del 1795 con lo scopo di contribuire allo sviluppo delle Scienze Botaniche. Il primo sito si estendeva per circa 12mila metri quadrati mentre oggi, grazie ad acquisizioni nei secoli di terreni vicini, si estende per circa 100mila metri quadrati.

La costruzione degli edifici principali in stile neoclassico, il Gymnasium e i due corpi laterali del Tepidarium e del Calidarium, fu affidata all’architetto francese Léon Dufourny che si avvalse della collaborazione di valenti architetti locali quali Pietro Trombetta, Domenico Marabitti e Venanzio Marvuglia. Le decorazioni interne sono dovute a diversi artisti, tra i quali il pittore Giuseppe Velasco, lo scultore Gaspare Firriolo e lo stuccatore Domenico Danè.
Vicino al Gymnasium si trova la porzione più antica dell’Orto, detta Sistema linneo, anch’essa progettata dall’architetto Léon Dufourny, con uno schema rettangolare suddiviso in quattro parallelogrammi. In questa porzione del giardino le specie furono disposte secondo un rigido sistema di classificazione sviluppato appunto da Carl von Linné.
Nel 1798 fu inaugurato anche l’Aquarium, una grande vasca circolare suddivisa in 24 comparti che ospita numerose specie di piante acquatiche. Nel 1823 fu completata la Serra Maria Carolina, la più antica tra quelle presenti nel sito, dono della regina Maria Carolina d’Austria e conosciuta anche come Giardino d’Inverno. Nel 1845 fu importato dalla isole Norfolk (Australia) il Ficus Magnolioides, il più grande albero dell’Orto, caratteristico per le sue numerose radici tubolari ed aeree e che oggi costituisce il simbolo del museo.
L’Orto Botanico ospita oggi 12000 specie differenti provenienti da tutto il mondo tra le quali, oltre al sopra citato Ficus, bisogna ricordare l’Araucaria Columnaris, che è la pianta più alta del sito, la mimosa sensitiva e diverse piante carnivore. Oltre alle collezioni viventi l’Orto possiede nell’Herbarium Mediterraneum decine di migliaia di piante essiccate, che costituiscono un grande patrimonio di interesse scientifico e culturale, ed anche una biblioteca dotata di migliaia di opere pregiate, la più antica delle quali risale al 1537.

Negli oltre due secoli della sua esistenza l’Orto botanico di Palermo ha ispirato diversi personaggi illustri, letterati e naturalisti, che trovandosi a Palermo non mancavano di visitare il sito. Come scrisse Goethe nel suo “Viaggio in Italia”, durante la sua visita a Palermo nel 1787: «Nel giardino pubblico vicino alla marina ho passato ore di quiete soavissima. È il luogo più stupendo del mondo. Nonostante la regolarità del suo disegno, ha un che di fatato; risale a pochi anni or sono, ma ci trasporta in tempi remoti».

di Giuseppe Mazzola
Foto di Giuseppe Mazzola

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