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domenica, 17 Novembre, 2024
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Parola d’ordine: vincere

In questa terribile fase di immobilismo e di precarietà economica, sociale e soprattutto culturale, abbiamo un’unica possibilità: vincere. Che sia come sistema Paese, che sia come impresa, che sia come persone, non abbiamo più alibi dietro i quali nasconderci, niente più giochi di parole. Viviamo una crisi innescata da tutti noi, fatta delle nostre debolezze, dei nostri continui rinvii di fronte ai problemi, di un lassismo generale che ci ha portati a dare tutto per scontato, tutto garantito, come quella stessa normalità a noi oggi tanto cara la cui assenza va trasformandosi, giorno dopo giorno, nella nostra peggiore condanna.

Non esiste un’unica ricetta, ma esiste un’unica strada ed è quella che ci porta una volta per tutte verso una più sincera e disinteressata considerazione degli altri. L’Italia ha bisogno di una consapevolezza di rete da parte degli italiani ancor prima di ottenere l’aiuto dall’Europa, come il sistema ha bisogno di un reale programma di supporto alle imprese ancor prima di metter mano ai fondi strutturali. Parole che ripetiamo da sempre ma che in questo particolare momento storico rappresentano l’unica via di uscita ad una situazione che logora le fondamenta del nostro Paese e la nostra stessa tenuta psico-fisica.

Fare rete è vincere. Trovare negli altri un alleato, non più un concorrente, è vincere. Muoversi verso un obiettivo comune mettendo a disposizione know how, mezzi, risorse e, perché no, entusiasmo, è vincere. Investire in un progetto comune è vincere. Unirsi proprio quando tutto spinge a separarsi è vincere. È il momento di attingere alle proprie riserve e metterle al servizio comune, di sfoggiare le idee più brillanti e di compiere letteralmente imprese in ogni forma, in ogni settore. Occorre dare forza ai sognatori perché possano trainare il nostro innato bisogno di immaginare il futuro; supportare i nuovi imprenditori perché rimodellino l’intero apparato produttivo e creativo italiano; riportare la Cultura al centro dell’intero sistema di crescita e di sviluppo del nostro Paese. 

Tesori d’Italia inaugura il 2021 con queste premesse e lo fa mettendo a sistema un percorso di ristrutturazione e di rilancio durato tre anni. Il punto non è la pandemia, è come affrontarla. Non è la crisi economica e sociale che viviamo tutti, ma come uscirne. Non è il “decadimento culturale” in cui siamo finiti, ma come contribuire ad un nuovo rinascimento del nostro patrimonio e retaggio storico.
Un anno, questo, in cui Tesori d’Italia si impegnerà per far trionfare nuovamente la bellezza, perché l’Italia per prima, e dunque il mondo, non dimentichi i colori e i sapori intorno ai quali ruota da sempre il turismo. Un anno di grandi alleanze nazionali e internazionali dove non sarà solo il singolo a fare la differenza ma l’insieme, nel segno della qualità, della professionalità e della capacità di aggregazione. Un anno all’insegna dell’Arte e della Cultura, come opportunità di incontro, di conoscenza, di condivisione, ma soprattutto di attenzione verso quegli aspetti che non sono solo espressione ma parte integrante del nostro stesso DNA.

L’invito è lavorare tutti insieme, ognuno nel proprio piccolo, per dare sempre maggiore consistenza alle nostre intenzioni e fare dei nostri prossimi passi un ponte verso un’Italia più consapevole e presente a sé stessa.

di Riccardo D’Urso

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