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giovedì, 14 Novembre, 2024
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Arturo Di Modica: senza arte non c’è vita

Lo scultore di origini siciliane naturalizzato statunitense racconta il progetto “Nuovo Rinascimento”

«…Non mi fermo mai, perché fermandosi di fronte alle difficoltà, c’è il rischio di fermarsi completamente».
Leggo e rileggo queste parole, pronunciate da Arturo di Modica quasi a fine intervista, e vedo un uomo che vestito da scultore eccezionale quale è porta sulle spalle tutto il coraggio, la bellezza e la storia delle sue opere. Pesanti, possenti opere intrise di sudore, sacrificio e sogni: l’Italia stessa. Arturo non si ferma mai. Contro l’avanzare del tempo, contro la fatica, contro la burocrazia mentale e strutturale del suo Paese. Arturo va avanti e traghetta il suo patrimonio artistico dal semplice stupore statico del pubblico di tutto il mondo al suo impiego dinamico e all’utilità sociale: il “Nuovo Rinascimento”. Ciò che un Artista realizza ne fa la storia, lo rende noto, famoso, apprezzato e ricercato, ma quando un Artista prende per mano la propria storia e ne fa un seme da piantare nella propria terra natìa restituendo alla vita il dono che la vita con il suo talento gli ha dato, siamo davanti ad un evento eccezionale, ad un capolavoro della natura e dell’Universo. Non si ferma mai Arturo… e noi, che lo abbiamo incrociato e ascoltato lungo il cammino, prendiamo sulle spalle, come lui, il peso delle nostre responsabilità verso questo meraviglioso travagliato Paese e ci prepariamo a seguirlo, rispettarlo, sostenerlo.

– di Riccardo D’Urso

La fama internazionale di Arturo Di Modica non richiede alcuna presentazione. Dopo il 1989 anno in cui New York si svegliò, trovando nei pressi della borsa di Wall Street una statua di bronzo di circa tre tonnellate, “Il Toro” – o Charging Bull, per dirlo all’americana –, il suo nome fece il giro del mondo. Vive negli Stati Uniti, ma torna spesso in Sicilia, nella sua città natale, Vittoria, in provincia di Ragusa, dove sta portando avanti “Nuovo Rinascimento”, uno dei progetti più preziosi della sua incredibile vita, volto all’impegno sociale e culturale: il sogno di costruire nella sua tenuta un ampio spazio fatto di parchi, auditorium, scuola d’arte e laboratorio, dove possano incontrarsi allievi provenienti da tutto il mondo, ma anche giovani del territorio in modo da offrire loro nuove prospettive, che possano un giorno restituire bellezza all’intera società.

Maestro, ci parli del progetto “Nuovo Rinascimento”.
«Io e il Dottor Giuseppe Raffa, mio amico, pedagogista dell’ambulatorio anti-bullismo dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Ragusa e responsabile per il Sud del CoNaCy –  Coordinamento Nazionale Cyber-bullismo, abbiamo voluto unire le nostre azioni creando un connubio tra il Charging Bull e il bullismo, atto di violenza devastante di cui tanto, purtroppo, si parla. La parola bullismo deriva proprio dal verbo bully, opprimere, attaccare, ma il toro, in questo caso, è stato scelto come simbolo di forza e coraggio, pronto a reagire, a rialzarsi facendo metaforicamente leva proprio sulla cultura e la pedagogia promossa da Giuseppe. Si tratta di un progetto artistico/educativo dedicato ai giovani, al territorio e al loro futuro. Giuseppe è un uomo appassionato. Dice che è la passione a salvare i ragazzi ed è da questa profonda passione che è nato il nostro progetto di promozione dell’arte, per lottare contro il bullismo, per fare in modo che i ragazzi possano rimettersi sulla giusta via. Andremo nelle scuole, creeremo collaborazioni, coinvolgeremo artisti e mass media, faremo sensibilizzazione, un piccolo “Piano Marshall” volto al rilancio della cultura. Un documento programmatico sarà sottoscritto da parte di quanti interverranno: intellettuali, uomini di chiesa, esponenti dell’associazionismo, del volontariato, dello sport, dello spettacolo, politici e testimonial. Inizieremo con delle scuole pilota, elementari e medie, individuando il target di alunni cui indirizzare le due azioni includendo genitori e insegnanti: l’azione artistica, coordinata da me, e l’azione pedagogica guidata da Giuseppe. Abbiamo già iniziato».

Perché qui a Vittoria, in questo periodo storico?
«È arrivato il tempo per il rinascimento di Vittoria e dell’intera area iblea. Bisogna impegnarsi e non lasciare più spazio all’ignoranza e alle devianze. Se non interveniamo adesso, continueremo a farci del male. Fortunatamente sono tante le persone che ci aiutano, credendo nell’arte come unica speranza. Realizzando le mie opere nella mia terra, credo e spero, di poter attrarre curiosità da ogni parte del mondo. Ho sempre viaggiato molto ma con me ho portato ovunque Vittoria, inserendola, anche simbolicamente, all’interno delle mie opere. Adesso la gente dovrà venire qui, dove c’è bisogno, per conoscere, sostenere e rispettare le persone che si sacrificano per questo meraviglioso lembo dell’isola. Senza arte non c’è vita. Facciamo rinascere la cultura, facciamo rinascere Vittoria, la zona degli iblei e la Sicilia intera».

Nel frattempo sta lavorando anche ad altro?
«Si, per il 2019 è prevista l’apertura del mio museo privato nel cuore di Vittoria, vicino alla storica Valle dell’Ippari, dove saranno esposte mie opere e quelle di artisti italiani e stranieri. E senza risparmiarmi continuo con la costruzione della mia scuola d’arte personale nella mia dimora. Serve molto spazio sia per le sculture, alcune alte più di 8 metri, che per l’arena di studio. Ad oggi ho investito personalmente più di 25 milioni di euro, ma ne servono ancora molti. Investo tutto quanto di mia proprietà e, soprattutto, tempo e arte. Abbiamo bisogno di sostegno perché è compito di tutti investire sul futuro. Per ricavare parte dei fondi, saranno messi in vendita due cavalli bronzei che sto completando. Non mi fermo mai, perché fermandosi di fronte alle difficoltà, c’è il rischio di arrestarsi completamente».

– di Céline Alcala e Chiara Andolina

Studio Arturo Di Modica
253 Church St, #5 – 10013 New York NY – United States
www.chargingbull.com

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