72 ore di esposizione e poi tutto si dissolve…
Giunta alla Terza Edizione, l’Infiorata di Taurianova, comune della città metropolitana di Reggio Calabria, si è svolta dall’8 al 10 giugno lungo il viale del centro storico cittadino, trasformando in arte da vedere e da annusare i “Miti e Leggende del Mediterraneo”.
Gli infioratori dell’associazione culturale Petali d’Arte di Noto e la Pro Loco Taurianova nel Cuore, organizzatrice dell’evento, ci parlano della bellezza dell’arte effimera che ogni infiorata porta con sé, raccontandoci di come tutto questo ha potuto avere luogo.
Passeggiando accanto a 140.000 fiori composti in 80 metri di immagini mitiche e leggendarie, scorgiamo Ulisse, Medusa, il Minotauro, i Bronzi di Riace, la Fata Morgana… nessun quadro somiglia all’altro, sia per la tecnica, sia per i materiali utilizzati e sia per la scelta dei colori.
La prima cosa che viene da domandarsi è… in quanto tempo li avranno realizzati? Quali sono stati gli step da compiere per arrivare a queste meraviglie per gli occhi e per l’olfatto?
Lucio Pintaldi, maestro infioratore netino, Direttore Artistico dell’Infiorata di Taurianova e presidente dell’Associazione Petali d’Arte, ci risponde: «Per preparare un’Infiorata occorrono circa 6-7 mesi, tempo dedicato alle ricerche storiche sulla tematica assegnata e altrettante intere giornate passate a realizzare e a selezionare le immagini per i bozzetti, elaborando prove cromatiche e scegliendo i materiali, perché è necessario capire prima quali sono quelli che verranno usati».
Lucio ha 36 anni ed ha già un’esperienza ventennale nel settore. Continua, spiegandoci: «La fase successiva è tracciare il disegno che, in un secondo momento, verrà realizzato in scala. I contorni li abbiamo fatti su carta utilizzando il plotter, senza “sporcare” la strada con il gesso e poi abbiamo stabilito la quantità esatta dei materiali da ricercare per il riempimento, ad esempio 2.000 garofani gialli».
«La tavolozza la fornisce la natura» ─ interviene Cettina Lauretta, vicepresidente dell’associazione ─ «non solo fiori, ma anche altri materiali come semi di carruba, trucioli, sale, niger, con i quali diamo volume e spessore ai disegni. La “raccolta” dei materiali è un momento importante, bambini, mamme, soci della Pro Loco che partecipano “sporcandosi” le mani: questa è una caratteristica importante dell’arte effimera».
Le arti effimere, ci spiega Cettina, sono effimere proprio perché la durata espositiva è molto breve, come appunto l’infiorata che avviene in pochi giorni anche per la facile deteriorabilità dei materiali utilizzati. L’infiorata ha origini religiose secolari e nel tempo è diventata un’arte popolare che nasce dall’esigenza di “rendere omaggio”.
La realizzazione vera e propria dell’infiorata avviene in 12 ore, in quanto è soprattutto un lavoro di squadra. Egidio Zuccarello, segretario dell’associazione Petali d’Arte, ci spiega che i vari componenti del gruppo (circa 10 per ogni bozzetto) si aiutano e si alternano a vicenda per condividere la realizzazione dei bozzetti stessi.
E, a proposito di fare parte di un gruppo, non possiamo fare a meno di chiedere come nasce la collaborazione tra Calabria e Sicilia, quindi tra Taurianova e Noto. A rispondere è il presidente della Pro Loco Taurianova nel Cuore, Francesco Bellantonio: «Tutto parte da una geniale idea che ha avuto una nostra socia, Anna Laso. Ci ha parlato dell’infiorata, abbiamo pensato di prendere contatti con gli infioratori di Noto… ed è nato un amore! Abbiamo subito instaurato un rapporto di amicizia e dato vita così all’Infiorata di Taurianova. La prima è stata a tema Disney, la seconda invece ha avuto per protagonista il professor Giovanni Francesco Gemelli Careri, scrittore, avvocato, esploratore, considerato l’inventore del turismo. Gemelli Careri, infatti, era un giurista che operava a Napoli e ad un certo punto della sua vita decise di lasciare l’attività giuridica per esplorare il mondo».
A questo proposito, Lucio Pintaldi e Nello Stranges, segretario della Pro Loco, ci rivelano un piccolo scoop: Gemelli Careri era arrivato anche a Noto nel 1693, subito dopo il terremoto che distrusse alcune zone della Sicilia. Anche questo, conferma Francesco Bellantonio, è un ulteriore legame che unisce Taurianova alla città di Noto.
Terminata l’esposizione, l’infiorata viene disfatta e nulla verrà conservato. Gli infioratori di Petali d’Arte non perdono mai di vista questa consapevolezza: «È il processo di preparazione che fa la differenza, quel senso di appartenenza e inclusività che si crea nelle varie fasi sin dall’inizio e che è ciò che rimane. Quell’essere parte di un gruppo che all’unisono ha lavorato e creato insieme».
Ciò che rimane, infatti, resta soprattutto nel cuore, per questo l’infiorata non è una manifestazione fine a sé stessa ma qualcosa che continua e si rinnova, proprio come fanno i fiori in primavera.
di Valentina Alfarano ed Emanuele Modafferi