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Fattoria La Rocca, un’impresa sostenibile nel cuore delle Marche

Il 2016 è stato un anno particolarmente difficile per le zone appenniniche del centro Italia a causa dello sciame sismico che ha scosso l’area tra agosto 2016 e gennaio 2017. Eppure, nonostante questo, c’è chi ha deciso di scommettere su questi territori e si è lanciato in una nuova impresa, di lavoro e di vita.
Puntate la bussola verso le Marche, dunque. Vi portiamo a Montefortino, comune di poco più di mille abitanti nella provincia di Fermo, precisamente nella frazione di Rocca. C’è una storia che vogliamo raccontarvi: quella di Alessandro Vittori e Giulia Alberti che con un pizzico di follia e tanto coraggio hanno dato il via al cambiamento portando con sé saperi e voglia di sperimentare. Dal loro ingegno e dalla loro passione nasce Fattoria La Rocca, un’impresa sostenibile che custodisce e tramanda antichi gesti

Alessandro e Giulia, residenti a Fermo e con lavori stabili, sognavano da tempo di trasferirsi sui Monti Sibillini. Una scelta insolita che li ha visti affrontare notevoli difficoltà iniziali. La terra continuava a tremare e li ha costretti in una roulotte, insieme al loro piccolo bimbo, in attesa che la casa acquistata fosse agibile. Fortunatamente Montefortino resiste, la terra si calma e il momento di cominciare la nuova vita arriva. “Mentre gli altri scappavano, noi portavamo su roba per completare il trasloco”, racconta Giulia con un sorriso quasi incredulo. 

Alessandro e Giulia | © Fattoria La Rocca
La lana di cane, un insospettabile bene prezioso

Ma facciamo un passo indietro. Da sempre appassionata di tessitura e filati, la giovane coppia, quando viveva a Fermo, ha deciso, quasi per gioco, di recuperare il sottopelo del proprio cane e lavorarlo come fosse lana. Un’idea che può sembrare bizzarra ma che Alessandro, ex musher delle Dolomiti, ha ripreso da un’antica tradizione in uso tra eschimesi e lapponi. La curiosità, si sa, è il motore delle nuove avventure. E da qui parte la loro.
Tanto studio su come procedere, poi l’acquisto di un arcolaio del 1800 dalla Germania, qualche prova ed ecco un cappellino e una sciarpa pronti per essere indossati, ricavati dal soffice sottopelo del loro amico a quattro zampe. Alcune foto pubblicate sui social – più per soddisfazione personale che per farsi pubblicità – e i commenti entusiasti e i primi contatti non tardano ad arrivare.
A dare la spinta definitiva ad Alessandro e Giulia ci ha pensato un signore siciliano che, incuriosito, ha spedito loro il sottopelo conservato per anni del suo cane scomparso da cui i due hanno realizzato gomitoli di lana con cui filare un gilet. È il vero e proprio inizio: la coppia acquista il dominio lanadicane.it e dà il via a un servizio di filatura di sottopelo, non solo di cane ma anche di gatto, e decide di dedicarsi a tempo pieno a questa nuova attività. Un recupero tout court di una pratica, in Italia poco diffusa se non sconosciuta, che permette di ricavare un bene prezioso da quel che generalmente viene considerato uno scarto.

© Fattoria La Rocca
Fattoria La Rocca

La voce sul loro filare manuale e sostenibile non impiega molto a diffondersi. “Ci siamo trovati a gestire richieste da tutta Italia – racconta Giulia –, avevamo tempi di attesa dai quattordici ai diciotto mesi per completare i lavori”. L’interesse sempre più crescente per il prodotto e per il processo di filatura, oltre al desiderio di vivere in un contesto piccolo e a contatto con la natura, li incoraggia a cercare una nuova sistemazione. Così, arriva la decisione del trasferimento a Montefortino.
In questo piccolo borgo alle pendici dei Monti Sibillini, Giulia e Alessandro scoprono la pecora Sopravissana, razza in via d’estinzione allevata principalmente lungo la dorsale appenninica tra Marche, Umbria, Lazio e Abruzzo, un incrocio tra pecore marchigiane locali e arieti francesi merinos di razza Rambouillet, donati dal popolo di Francia al Papa nel XVIII secolo. Da questo momento decidono di aprire un’azienda agricola per diversificare la produzione di lana: è la nascita di Fattoria La Rocca.

Fattoria La Rocca, pecora Sopravissana
© Fattoria La Rocca
Lana pregiata, ecologica e sostenibile: è Sibillana

In poco tempo, la piccola azienda si sviluppa con l’acquisto di macchinari dal Canada che lavorano ogni tipo di filo animale; Giulia e Alessandro prendono accordi con allevatori locali di pecora Sopravissana di razza pura certificata e lanciano il marchio Sibillana, un filato ormai riconosciuto in tutta Italia per pregio, autenticità e sostenibilità.

© Fattoria La Rocca
Fattoria La Rocca, Giulia Alberti
© Fattoria La Rocca

Quando parliamo di sostenibilità ci riferiamo all’intero processo, che possiamo definire a chilometro zero. Ogni azienda agricola coinvolta, infatti, assicura agli animali standard elevati di benessere con l’allevamento estensivo; data la vicinanza fisica di tutti gli attori della filiera, gli spostamenti su gomma sono limitati; nella fase di lavaggio non vengono utilizzati additivi chimici, l’eliminazione di paglia o forasacchi avviene unicamente tramite un procedimento meccanico e manuale e la colorazione si effettua solo con tinture naturali. “Può capitare che nei filati i nostri clienti trovino delle pagliuzze, ma è un segno di autenticità”, sottolinea Giulia.

© Fattoria La Rocca

Il ciclo di lavorazione, dunque, dal vello appena tosato fino alla filatura, avviene con un bassissimo impatto ambientale, le risorse impiegate provengono da fonti rinnovabili e anche il packaging è realizzato interamente in carta riciclata. Sibillana è un vero e proprio prodotto di nicchia, le quantità sono limitate e ogni lotto è lavorato singolarmente al fine di consentire la tracciabilità di ogni matassa. 

“Ad oggi abbiamo seguito la tosatura di 2500 pecore. Cerchiamo di essere molto attenti ad ogni aspetto, perché si vedono poi i risultati nella qualità della lana – continua Giulia –. Amo quello che faccio e ne sono molto felice, ma non voglio crescere esponenzialmente perdendo la nostra autenticità. La nostra azienda è piccola e voglio che rimanga tale”, conclude orgogliosamente.

Fattoria La Rocca
© Fattoria La Rocca
Un’opportunità per il territorio, il Museo della Lana

Alessandro e Giulia non si fermano alla sola produzione ma vanno oltre per offrire al territorio una concreta opportunità di crescita. Attorno a Fattoria La Rocca hanno infatti creato un percorso che coinvolge non solo la loro realtà ma tante altre aziende locali con le quali collaborano attivamente. Fulcro di questo percorso è il Museo della Lana, dove accolgono i visitatori e li guidano alla riscoperta di uno storico mestiere. 

“Volevamo avere un museo perché nel frattempo avevamo accumulato tanti attrezzi d’epoca e la gente chiedeva di vederli in azione”, spiega Giulia.

Il Museo della Lana ospita macchinari con oltre 100 anni di storia, tutti perfettamente funzionanti, ma non è solo un luogo espositivo, è anche un laboratorio interattivo dove si può vederli in funzione e con essi rivivere antichi gesti. È possibile godere di passeggiate culturali nel borgo e partecipare a varie attività didattiche – dai corsi di filatura e feltro, alla stampa vegetale, alla tessitura a telaio, alla realizzazione di cesti e saponi – accompagnando il tutto con degustazioni di prodotti tipici nella suggestiva cornice dei Monti Sibillini.

Giulia e Alessandro hanno aperto le porte del piccolo paese di Rocca di Montefortino non solo avviando un’impresa di qualità ma dando vita a una rete territoriale di valore in un’area che agli occhi di molti può apparire difficile. Ma, si sa, se da soli si va più veloci, insieme si va più lontano.

di Riccardo Pallotta
Foto © Fattoria La Rocca

Info
fattorialarocca.it
lanadicane.it


 

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