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Dantedì. Perché il 25 marzo si celebra Dante Alighieri

Il 25 marzo è il Dantedì, la giornata nazionale dedicata al Sommo Poeta. Una data importante, scelta per un motivo preciso: secondo gli studiosi della Divina Commedia, infatti, il viaggio ultraterreno di Dante è iniziato proprio il 25 marzo. Tantissime le iniziative che vedono coinvolte scuole e istituti culturali in Italia e nel mondo per ricordare il poeta fiorentino e che quest’anno si legano anche alle celebrazioni in occasione dei 700 anni dalla sua morte.
Avanzata nel 2019 dal giornalista e scrittore Paolo Di Stefano, l’idea di dedicare una giornata al genio di Dante Alighieri è partita poi ufficialmente dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, oggi Ministero della Cultura. Definitivamente approvata dal Consiglio dei Ministri nel gennaio 2020, l’iniziativa ha subito trovato l’adesione dell’Accademia della Crusca, la Società Dantesca Italiana, la Società Dante Alighieri, l’Associazione degli Italianisti, la Società italiana per lo studio del pensiero medievale e di tanti altri illustri intellettuali.
È grazie a Dante Alighieri se l’italiano è diventato lingua letteraria, come ha anche sottolineato Dario Franceschini, Ministro della Cultura: “Dante è l’unità del Paese, Dante è la lingua italiana, Dante è l’idea stessa di Italia”.

Per omaggiare il suo genio e la sua sapienza, ci regaliamo la lettura dell’incipit della Divina Commedia:

Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.

Ahi quanto a dir qual era è cosa dura
esta selva selvaggia e aspra e forte
che nel pensier rinova la paura!

Tant’ è amara che poco è più morte;
ma per trattar del ben ch’i’ vi trovai,
dirò de l’altre cose ch’i’ v’ho scorte.

di Valentina Alfarano

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