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martedì, 8 Ottobre, 2024
HomeENOGASTRONOMIAIn Salento si scrive Natale, si legge Purciddhuzzi!

In Salento si scrive Natale, si legge Purciddhuzzi!

Quando il Natale è alle porte, nelle case salentine, come di consueto, è tutto un fermento. Vicini e parenti fissano giorno e ora dell’incontro perché la tradizione si deve rispettare. Ed eccoli, armati di tutto punto, nel luogo e all’orario convenuto, insieme attorno ad una tavola pronti a realizzare il “sogno del Natale”. Infatti, si racconta che fosse desiderio dei bambini di una povera famiglia avere un dolce in occasione del Natale e la mamma, per renderli felici, decise di impastare i pochi e semplici ingredienti che aveva in casa per realizzare un dolce che in seguito sarebbe stato inserito dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali, nonché nell’Atlante dei prodotti tipici alimentari pugliesi: i Purciddhuzzi. 

L’origine del nome si perde nella forma e nei racconti delle nonne. Qualcuno dice che, poiché l’ultimo Purciddhuzzu si può mangiare il 17 gennaio, giorno di Sant’Antonio Abate, il dolce abbia la forma di un maialino, come quello che accompagna il Santo nell’immagine più caratteristica. Altri, invece, lo fanno risalire al nomignolo attribuito ad un insetto al quale rimanderebbe la forma. Certo è che questo dolce pare abbia origini molto antiche legate al mondo greco e se ne ritrovano varianti in Basilicata e Campania. Nella cucina greca possiamo riscontrare una preparazione simile, anche se conserva un nome diverso, Lukumates, che in italiano si tradurrebbe con “ghiottonerie”.

Tra storia e leggenda i Purciddhuzzi deliziano le feste di Natale, e le case sono ricche di profumi e di allegre padelle fumanti.

Per rendere più dolce e più salentino il vostro Natale, vi basterà cimentarvi in questa semplice ricetta che si tramanda di generazione in generazione.

Ingredienti

Per l’impasto:
1kg di farina
250 g di olio
Sale q.b.
Scorza di 1 arancia e di 2/3 mandarini
Succo di 1 arancia e di 2/3 mandarini
1 shot (ca. 44 ml) di liquore all’anice
1 shot di liquore a piacere (possibilmente dolce, come il limoncello)
1 shot di Vermouth
1 bicchiere di vino bianco
1 shot di Alcol
cannella in polvere q.b.

Per la confettura:
1/2 kg di miele
anicini, codette colorate q.b.

Preparazione 

Fate fumare in una padella l’olio con la scorza di arancia, che poi potrete togliere.
Mescolate alla farina, alla quale dovete aggiungere un pizzico di sale, l’olio caldo ma non bollente, la cannella, il vermouth, il vino bianco, il liquore, l’anice, l’alcol, il succo d’arancia e mandarino; amalgamate l’impasto fino ad ottenere una pasta omogenea e tenera.
Dall’impasto così ottenuto potrete realizzare dadini lisci o rigati passandoli sui rebbi della forchetta, tarallini, e altre divertenti forme. Poi tuffateli nell’olio bollente per friggerli.
Una volta fritti potrete passare alla fase della confettatura.
In una pentola scaldate del miele, versateci i Purciddhuzzi e mescolate il tutto.
Versateli poi su un piatto per dolci e impreziositeli con anicini e codette colorate.
Ad una sola cosa dovete fare attenzione: questa è la ricetta di nonna Margherita ma qui nel Salento ogni nonna e ogni casa ha la sua speciale ricetta dei Purciddhuzzi nel rispetto della tradizione. E siate certi che ogni cuoco manterrà un ingrediente segreto, fosse solo un pizzico di Salento e un grammo di calore famigliare.

Buon appetito dalla Puglia!

– di Floriana Maci

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