È tempo di tutelare il nostro spazio, di allungare un braccio e di guardare a un metro da noi… ma non per prendere le distanze, bensì per capire chi abbiamo davvero al nostro fianco quando tutto è difficile, quando tutto sembra crollare. Qualunque sia l’effetto della guerra globale che stiamo vivendo, la vita trionferà e riprenderà a scorrere riadeguandosi a quella che sarà la nuova normalità. Il male non smetterà di affliggere questo pianeta, come non smetterà di combattere chi lotta per il suo bene. Usciremo di casa e torneremo a fare quello che facevamo prima, in maniera diversa certo, con una nuova consapevolezza, ma – che sia fra un mese o fra un anno – c’è un appuntamento con il tempo al quale non potremo mancare: il ritorno alla condivisione del nostro spazio vitale e professionale, a tu per tu con i nostri sogni e le nostre aspettative.
Il 31 marzo 2020 per Tesori d’Italia avrebbe dovuto rappresentare il primo check di sistema dopo tre anni di rifondazione, il primo traguardo, quello più importante, del consolidamento operativo e finanziario che porta poi al gradino successivo, della crescita e dello sviluppo. Oggi avremmo presentato la nuova edizione del Magazine cartaceo in distribuzione nelle più importanti edicole italiane; da aprile avremmo ripreso a girare con il nostro Camper Laika per l’Italia alla scoperta di nuovi Tesori; a maggio avremmo lanciato la Radio e iniziato la distribuzione della nostra Private Label in Giappone, dove sarebbero iniziati i preparativi per il prossimo Galà dei Tesori previsto a Tokyo ad ottobre. Un programma ricco e importante su cui si investe da mesi, da anni; un insieme di iniziative che avrebbe coinvolto ancora più persone, imprese, associazioni e istituzioni di entrambi i Paesi. Un intero mondo di opportunità per la promozione dell’Italia e del Made in Italy che oggi vediamo minacciato da qualcosa di devastante, che getta ombre pesanti sul nostro futuro, mentre allontana inesorabilmente persone e cose. Tutto a un metro da noi ma non lo si può afferrare. Tutto a portata di mano, eppure mai così lontano dalla sua realizzazione.
Come noi migliaia, se non milioni, di persone.
È dura, durissima, ma presto o tardi torneremo a vivere. Cuciremo le ferite, raccoglieremo le forze e riprenderemo a girare per l’Italia e per questo stupendo impazzito pianeta. Oggi è il tempo in cui resistere, in cui rispettare e partecipare al dolore e in cui sopravvivere. È il tempo di attingere a tutte le nostre riserve di energia pur di trasmettere coraggio, positività e mostrare quello spirito di sacrificio per cui gli italiani si sono sempre distinti. È il tempo di guardare cosa accade intorno a noi e di essere generosi: chi sa pregare, allora, preghi; chi sa parlare parli; chi sa agire che non attenda più il domani; chi può aiutare, aiuti e chi sente di poter guidare questo Paese per il bene di questo popolo che ci provi. Noi siamo oggi ciò che fino a ieri si vedeva da dietro lo schermo di un televisore: i protagonisti del film, del dramma, della fiction d’azione, gli attori naturali di una storia a cui sono chiamati a partecipare tutti ma di cui nessuno ha scritto ancora la fine. Possiamo però scegliere: se essere quelli che soccombono agli eventi o gli eroi che salvano il mondo.
Alziamoci in piedi, liberiamo le nostre mani e mentre stendiamo un braccio non per respingere ma per scegliere chi avere al fianco domani, con l’altro afferriamo e teniamo stretti a noi i nostri sogni, i nostri obiettivi, i passi e i sacrifici fatti fin qui. La vita ci ha tolto la possibilità di muoverci, di produrre, di comunicare come vorremmo, di toccarci, ma non ci ha privati della libertà di essere, di sognare, di amarci. Ci ha tolto lo spazio ma ci ha regalato il tempo. Prendiamoci dunque tutto ciò che ci offre e facciamole vedere che abbiamo capito, che abbiamo imparato, che a un metro da noi non c’è il pericolo ma la mano, l’essere umano, con cui ricostruire l’Italia, il mondo, il nostro futuro.
di Riccardo D’Urso