Come una medaglia, fare impresa ha due facce: che non sono testa o croce, ma vero o falso. C’è chi costruisce progetti – e a volte imperi – sulla menzogna e sull’inganno, chi invece fa della verità le fondamenta, il percorso, il traguardo. Come una medaglia, le persone hanno due modi di affrontare la realtà: accettandola per quella che è e dandosi da fare per migliorarla, rinnegandola e creando al contrario confusione e negatività.
C’è poi il tempo, il grande regolatore, la grande illusione. l’unico in grado di svelare il vero volto della medaglia, a mostrare se ciò che appariva vero era falso e viceversa. Ci sono imprese che nascono dal nulla, in cui il sogno e la determinazione sono l’unica iniziale verità, l’unico vero capitale, che per quanto apparentemente inconsistente è più forte e solido di un ricco conto corrente. Come ci sono imprese che sono solo il frutto di grandi disponibilità, ma che col tempo mostrano la loro vera anima – che ovviamente non hanno – il loro vero dna che è l’inganno, il loro unico obiettivo, lo sfruttamento. Sono quelle realtà da cui l’Italia deve cominciare a distaccarsi perché la consumano, la tradiscono, la riscrivono come non andrebbe mai fatto.
Abbiamo tutti una missione da compiere in Italia, soprattutto noi imprenditori, ed è proprio quella di investire per tutelare e valorizzare il nostro patrimonio storico, culturale, professionale, umano. C’è un solo modo per farlo, semplice e diretto: lavorare insieme e non chiudere le porte all’altro. Quando si procede da soli, che si sia forti o meno, si è comunque vittime del tempo perché non basta mai quando occorrerebbe, non passa mai quando lo si vorrebbe, distorce la vista come un miraggio o soffoca l’anima quando ti corre troppo violentemente contro. Insieme è diverso. Insieme il tempo si trova perché si trovano le persone. Passa in un attimo quando lo si chiede. Ti dà la distanza giusta affinché possa prendere le misure e se ti soffia contro troppo forte sai di poter stringere la mano ad uno, cento, mille di te e sarà solo questione di resistere e di aspettare.
L’Italia comincia a tenersi per mano, ed è una verità. Gli italiani cominciano a capire la differenza tra vero e falso, e questa ne è un’altra. Che poi ci sia chi è pigro o chi, per un periodo più o meno lungo, ritiene conveniente il fatto che le cose vadano male è un lato della medaglia anche quello, ma l’Italia non è stupida, non è una principiante. L’Italia è un pezzo di storia del mondo che se dal di fuori dimostra più anni di quelli che realmente ha, a causa di qualche problema di manutenzione, è una creatura molto più saggia e acuta di quanto il mondo pensi, una creatura bellissima che nel leccarsi le ferite osserva, ascolta, asseconda ed è sempre pronta a trovare, prima o poi, la soluzione giusta.
Voglio credere che vivrò abbastanza per vedere il mio Paese pieno di persone, italiane e italianizzate, finalmente unite e capaci di fare la differenza non solo in Italia ma in Europa e nel mondo. L’Unità di un Paese del resto non si fa in un giorno, non si fa con un accordo politico e una stretta di mano: occorre del tempo, occorrono errori, sacrificio, verità, coraggio. Voglio allora credere di vivere un momento epocale della storia del mio Paese perché ne ho visto e vissuto parte del passato, ne vivo da adulto consapevole questo difficile presente, ne sento soffiare su di me e le persone che mi affiancano tutta la potenza e la positività del futuro.
Facciamo in modo, dunque, che in questo 2020 la medaglia dell’imprenditoria abbia un unico risvolto, fatto di positività, valore e costruttiva collaborazione.
di Riccardo D’Urso