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giovedì, 9 Maggio, 2024
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Vacanze di Pasqua. Quattro luoghi da non perdere nel Nord Italia

Dalla Lombardia al Friuli Venezia Giulia, passando per Veneto e Trentino. Quattro luoghi imperdibili, tra paesaggi, vedute mozzafiato e piatti tipici.

Che fare a Pasqua e Pasquetta se vi trovate tra Lombardia, Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia? Tante sono le escursioni e le gite fuori porta. Passeggiate con la famiglia, sport all’aria aperta, pranzi a base di prodotti locali ma, soprattutto, viste meravigliose da godersi in compagnia. Noi vi suggeriamo quattro luoghi da non perdere tra i più suggestivi di queste regioni del Nord Italia.

La terrazza del brivido di Tremosine 

Parliamo di Tremosine, bellissimo borgo incastonato sui monti della sponda bresciana del Lago di Garda. Un luogo incantato e conosciuto per le famose limonaie che per centinaia di anni hanno dato prosperità alla zona. Questi meravigliosi agrumeti sono tuttora un miracolo della natura dove un tempo, grazie alle pratiche costruzioni a picco sul lago, si potevano coltivare i frutti riparandoli negli inverni più rigidi. Il clima mite del Lago di Garda permise infatti la coltivazione dei limoni grazie ai frati francescani a partire dal XIII secolo.

Per arrivare a Tremosine sul Garda, e più precisamente a Pieve dove si trova la Terrazza del Brivido, si sale da Limone del Garda, lungo la Strada della Forra, strabiliante via scavata nella roccia nel 1913 e a sbalzo su strapiombi. Un’opera ingegneristica di grande rilievo che mise fine all’isolamento degli abitanti di Tremosine con il sottostante Lago di Garda e i suoi porti commerciali. Un giornale tedesco dell’epoca la definì la “strada più bella del mondo” e non a caso, proprio da quelle parti, lo 007 Daniel Craig guida la sua Aston Martin in Quantum of Solace. Qui ogni curva si affaccia su panorami mozzafiato, un tuffo nel vuoto dell’azzurrissimo Lago di Garda.

Pasqua a Tremosine sul Garda
Foto da terrazzadelbrivido.it

La terrazza, costruita negli anni ’50, oggi fa parte del comprensorio dell’Hotel Paradiso. È possibile lasciare l’auto nell’ampio parcheggio antistante la struttura ed entrare direttamente nell’albergo attraversando la piccola hall. Sulla terrazza a 350 metri di altezza sul lago, si può pranzare o solo semplicemente sorseggiare un buon caffè scattando qualche foto dalla piattaforma, sempre che, ovviamente, non siate deboli di cuore. E non dimenticate che l’ingresso alla terrazza è gratuito, ma la consumazione diventa una cortesia.

Tra i piatti tipici del luogo, noti sono i tortelli di Tremosine alla polenta cùsa, preparata con farina nera, formaggio e burro. Oppure la formaggella di Tremosine, che è il risultato della trasformazione del latte munto nelle stalle e nelle malghe. Prodotti naturali del versante bresciano del Parco Alto Garda, oltre ai formaggi, sono anche il miele e l’olio extravergine, ricavato a freddo con la molitura delle olive e la pressatura meccanica della pasta. Nei boschi di castagni, faggi e conifere, in autunno crescono i funghi; nella fascia montana si trova il tartufo.

I Cadini del Brenton

Facciamo ora un salto in Veneto, ai Cadini del Brenton, una serie di vasche naturali scavate dal fiume Brenton. I quindici Cadini, dal dialetto bellunese catini, sono tecnicamente marmitte di erosione idraulica, scavate nei millenni dalla costante erosione del torrente Brenton. Siamo nel Parco Nazionale della Dolomiti Bellunesi. Laghi, boschi e piccoli sentieri sono una caratteristica di questo luogo. Gli spunti turistici non mancano, dalla flora alla fauna attraverso lunghe passeggiate nei sentieri marcati. Grotte, percorsi di montagna e architetture naturali caratterizzano tutta la zona circostante. Il paesaggio del Parco mostra ancora oggi diverse testimonianze dei passati eventi bellici. Ben riconoscibili sono, ad esempio, le strade militari che risalgono alla Prima Guerra Mondiale e che si sviluppano lungo i pendii con modesta e costante pendenza, spaziosi tornanti per le manovre dei pesanti pezzi di artiglieria e con imponenti muri di sostegno in pietra.

Arrivare ai Cadini è facile: si giunge alla Valle del Mis dove si può parcheggiare negli spazi lungo la strada. Dalla biglietteria del piccolo giardino botanico si imbocca un sentiero in mezzo al bosco. In poco meno di mezz’ora si raggiungono i Cadini, uno spettacolo della natura, piscine naturali scavate nella roccia e disposte una dopo l’altra a cascata dove, ovviamente, non sarà possibile tuffarsi per un bagno!

Pasqua ai Cadini del Brenton
© Luca Favorido | CC BY-SA 4.0 License

Per il pranzo nei dintorni rammentate che la cucina tradizionale delle Dolomiti è una cucina “povera”, a base di piatti semplici e genuini, ma dal gusto autentico e caratteristico di queste belle valli alpine. Gli stessi piatti che preparavano le nonne sono ora rivisitati e riproposti dagli chef nei ristoranti e nei rifugi, sempre però mantenendo fede alla tradizione. Tra i primi ricordiamo i casunziei (ravioli a mezzaluna ripieni di zucca o di spinaci), gli gnocchi di patate o di zucca con ricotta affumicata, i canederli, la zuppa d’orzo. Mentre nei secondi piatti la selvaggina regna sovrana, insieme alla polenta, altra protagonista indiscussa della cucina dolomitica. Polenta con cervo o capriolo, ma anche polenta con pastin, polenta e formaggio fuso, polenta e schiz (formaggio tipico bellunese). I dolci, anch’essi preparati con ingredienti semplici ma genuini, sono delle vere bontà che vi scalderanno il cuore: torte e crostate a base di mele, frutti di bosco, frutta secca, ricotta. E poi le lasagnete da fornel, i crostoli, i carfogn, lo strudel, lo smorm. Piatti semplici dal sapore autentico, non proprio leggerissimi ma molto, molto buoni.

Da queste parti, inoltre, si producono le tipiche grappe aromatizzate dolomitiche. Tra le montagne gli inverni sono lunghi. Per scaldarsi non c’è niente di meglio di una buona grappa, o sgnapa, come dicono da quelle parti. Grappe aromatizzate al cumino, al pino mugo, all’abete, alla genziana, al ginepro, ma anche ai mirtilli, ai lamponi, alla nocciola, al latte e tante altre. Ce n’è per tutti i gusti!

Drago di Vaia

Siamo a Lavarone, sull’Alpe Cimbra, in provincia di Trento. Forse ricorderete la famosa tempesta Vaia, conosciuta anche come disastro naturale Vaia. Il nome è chiaramente di fantasia, come spesso avviene per i grandi uragani tropicali. Qui, nell’ottobre 2018, una forte perturbazione colpì buona parte delle Alpi con venti fortissimi e piogge che si trasformarono in un uragano di imponenti dimensioni, per niente tipico nel nostro paese. L’evento atmosferico sradicò violentemente migliaia di ettari di bosco ad abete bianco, creando centinaia di milioni di euro di danni.

Ebbene, da quelle ceneri, nel 2021, inizia la rinascita. Nella frazione di Magrè, sull’Altopiano di Lavarone, Marco Martalar, artista del legno di fama mondiale, crea un segno di sostegno e vicinanza a una montagna che sta faticosamente rinascendo. La sua opera si erge maestosa, metafora di resilienza e di coraggio: un drago alato – simbolo di fertilità e protezione dagli eventi più avversi –, il più grande d’Europa, costruito interamente con legno di recupero. Mesi di lavoro, 3.000 viti e 2.000 scarti di arbusti di abete bianco abbattuti dalla furia della tempesta.

Pasqua a Lavarone
Foto da visittrentino.info/it

Questa meraviglia, che sembra uscire direttamente dalla serie Il Trono di Spade, supera i sei metri di altezza e i sette di lunghezza. Realizzato con legno naturale destinato a scomparire piano piano nel tempo, sotto la forza della neve e del vento, il drago tornerà ad essere natura pura.
L’opera è visitabile proprio sulla cima del Tablat dove si erge. È raggiungibile dalla frazione di Slaghenaufi seguendo le indicazioni per lo Chalet Tana Incantata dove si lascia l’auto per proseguire a piedi fino alla frazione di Magrè. È possibile salire anche con la seggiovia Tablat in località Bertoldi per poi arrivare a destinazione con una breve e suggestiva passeggiata.

Per la sosta potete scegliere una delle trattorie del posto che offrono i migliori piatti tipici: dal formaggio Vezzena, alla polenta, allo speck profumato, alla carne salada, ai funghi prelibati, allo strudel, allo zelten, al puro miele di montagna. Il tutto accompagnato da un calice di Trento Doc, spumante metodo classico a base Chardonnay e Pinot Nero, per poi accostare i vostri piatti ad un Sauvignon Blanc o a un rosso a base di Lagrein, Merlot o Cabernet Sauvignon.

Grotta Gigante a Trieste

Uno dei luoghi più visitati e instagrammati del Friuli Venezia Giulia è proprio la Grotta Gigante, lunga 168 metri e larga 76 metri, entrata a far parte del Guinness dei Primati nel 1995 con un volume di 365.000 metri cubi. Nella discesa alla grotta si percorrono circa 500 scalini e si arriva cento metri sotto terra lungo un percorso di circa 800 metri. Siamo a Sgonico, in provincia di Trieste, al confine con la Slovenia. Scoperta nel 1840 quando la città era un importante porto austriaco, la grotta risale a milioni di anni fa e porta con sé reperti storici risalenti all’età del bronzo. Nella Grotta è ancora visibile l’antica galleria fluviale. 

Pasqua in Friuli Venezia Giulia
Foto da turismofvg.it

Il Museo Scientifico Speleologico della Grotta Gigante rimane un punto di riferimento per la didattica e l’approfondimento di tutti gli aspetti legati a questa maestosa cavità naturale. È possibile visitare la cavità mediante un percorso guidato di circa un’ora. Il punto più profondo raggiunto dal percorso turistico si trova verso il centro della terra, a 101,10 metri di profondità rispetto all’ingresso.Il sentiero si addentra tra migliaia di formazioni calcaree, mentre la guida vi introdurrà alla conoscenza del mondo sotterraneo, svelando i segreti della formazione delle cavità carsiche. Interessante l’aspetto della loro evoluzione e le caratteristiche dei principali speleotemi (stalattiti, stalagmiti, colonne). Un vero viaggio alla scoperta del mondo ipogeo!

Per i più esperti la visita prosegue nella Sala dell’Altare, un ambiente raccolto e suggestivo dal quale è possibile osservare l’imbocco della Grotta Segreta, un ramo laterale che si sviluppa lungo una serie di pozzi verticali fino a raggiungere l’incredibile profondità di 252 metri.
La risalita comincia percorrendo una scalinata panoramica che offre una spettacolare vista d’insieme dell’intera cavità. Raggiungerete, quindi, un ampio tunnel artificiale scavato nella roccia, che vi condurrà al Belvedere, una suggestiva terrazza interna alla grotta che si affaccia sulla Grande Caverna a 95 metri d’altezza!

Dopo una serie di forti emozioni, e di lunghe scalinate, non resta che sostare in uno dei locali tipici della zona. Tra i piatti più gustosi trovate il baccalà al pomodoro, il branzino guarnito, la concie in busara e i sardoni in savor. Tra le carni, immancabile il gulasch insieme all’agnello al rafano e ai cevapcici, polpette speziate di origine serba. Le fave di Trieste sono i tipici dolce alle mandorle con uova e maraschino, il koch, invece, un budino dolce. Mentre la pinza viene preparata per Pasqua con farina, uova, burro, zucchero, rhum, vaniglia e bucce grattugiate di arancia e limone. L’abbinamento con i vini della DOC Carso – Chardonnay, Glera, Malvasia Istriana, Pinot grigio, Sauvignon, Traminer, Vitovska, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Merlot, Refosco e Terrano – sarà un matrimonio perfetto. 

Non vi resta che partire e… Buona Pasqua!

di Elsa Menegolli
Sommelier multimatrice & Wine Educator
Viaggiatrice enogastronomica

Foto di copertina © Domenico Marchetti | CC BY-SA 4.0 License


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