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martedì, 30 Aprile, 2024
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Everywhere TEW, il turismo riparte anche con lo smart working

Il turismo ha una nuova opportunità per ripartire: lo smart working in vacanza. A dirlo è (anche) Everywhere TEW, la start up che offre la possibilità di lavorare trascorrendo il proprio tempo nei luoghi più belli d’Italia.
Everywhere TEW è stata fondata dall’ingegnera Mariarita Costanza, un’imprenditrice di Gravigna di Puglia, territorio della Murgia. Mariarita, dopo aver avviato e portato al successo l’azienda hi-tech Macnil, si è lanciata in questo nuovo progetto, ideato durante il lockdown.
Con la pandemia, molte aziende hanno adottato il cosiddetto lavoro agile, da considerarsi un’occasione sotto diversi aspetti, anche per rilanciare il turismo. Everywhere TEW si basa proprio su questa opportunità, per “favorire un nuovo modello di lifestyle che propone una visione unificata di travel, experience e work per la crescita economica, ambientale e culturale dei territori” [ Fonte: Everywhere TEW ]. Grazie a questa piattaforma gli smart workers possono coniugare lavoro, esperienze e tempo libero vivendo e scoprendo posti nuovi. Un turismo diverso, non una semplice vacanza ma una vera e propria esperienza di vita.
Ne parliamo con la fondatrice Mariarita Costanza. 

Everywhere TEW - Mariarita Costanza

L’intervista

Come è nato questo progetto che concilia turismo e lavoro?
Vent’anni fa, nel 2000, ho fondato con mio marito l’azienda Macnil. Volevo creare nel territorio agricolo della Murgia un polo tecnologico all’avanguardia, coinvolgendo altri giovani del luogo nel progetto. Con Macnil siamo partiti da zero e, dopo vent’anni, l’azienda cammina ormai con le sue gambe. A marzo dello scorso anno (2020), con l’arrivo della pandemia, ci siamo trovati improvvisamente tutti chiusi in casa, ma abbiamo continuato a lavorare come sempre, pur senza essere fisicamente in azienda. Solo un anno prima, a marzo del 2019, in Macnil abbiamo inaugurato la nuova sede, di 4.500 m2, innovativa e spaziosa, con un asilo aziendale e un ristorante. Durante la pandemia è rimasta deserta, anche se noi non ci siamo mai fermati. Avevamo fatto un investimento importante, preso un finanziamento dalla regione Puglia, ma ci siamo resi conto, come la maggior parte delle aziende, che si può continuare a crescere anche non stando fisicamente in sede. Lì è nata l’idea di Everywhere TEW.

La nuova avventura, quindi, è iniziata con la pandemia.
Sì. Durante il lockdown del 2020, un periodo in cui ognuno di noi ha riflettuto sulla propria vita. Mi è venuta voglia di ricominciare. Macnil ormai era solida, io e mio marito avevamo ceduto il 51% dell’azienda e non eravamo più soci di maggioranza. A quel punto ho deciso di rimettermi in gioco con una nuova avventura. Con la mia amica Emanuela, anche lei ingegnera, abbiamo fondato la start up Everywhere TEW, dove TEW sta per Travel Experience Work.  Abbiamo capito che, se siamo riusciti a portare avanti e far crescere una realtà così grande come Macnil stando a casa, potevamo farlo anche al di fuori delle mura domestiche, andando in giro e dando la possibilità a tutti i collaboratori di conoscere posti diversi, spesso poco noti, ma che hanno una miriade di risorse dal punto di vista storico, culturale ed enogastronomico. Naturalmente questa metodologia di lavoro è il vero smart working, perché quello che maggiormente è stato fatto durante la pandemia è stato un no-working forzato, che è un’altra cosa. Siamo riusciti a cogliere un’opportunità nella tragedia che tutti stavamo vivendo.

Everywhere TEW - Team

Come è riuscita ad affrontare le difficoltà del periodo e a realizzare un’idea vincente?
La prima reazione a quel marzo 2020 è stata una preoccupazione pazzesca. Avevo la sensazione di dover buttare all’aria anni di lavoro e sacrifici. L’idea di trasferirci tutti a casa, il pensiero di mettere in piedi un’infrastruttura che permettesse di rispondere al telefono al di fuori della sede… tutto questo mi preoccupava tantissimo. È stato un lavoro molto complesso, che però abbiamo gestito. Quando abbiamo risolto la prima fase di questo periodo complicato, ci siamo detti “allora è possibile farlo”. E se ci siamo riusciti noi, che siamo un modello di azienda abbastanza complicata per il tipo di servizi che offriamo, allora si può fare. Lì dove ci sono dei liberi professionisti, manager, smart workers che possono appartenere a qualsiasi tipologia di lavoro, si può fare smart working, soggiornando in bei posti tutti da scoprire. Questo richiede un cambio nella mentalità di lavoro da parte dell’azienda, un approccio che non deve essere orientato agli orari, ma agli obiettivi. Quindi, una volta che si concordano questi e le scadenze, il worker si può organizzare in autonomia. Può lavorare di notte e di giorno fare altro, ad esempio. L’importante, appunto, è rispettare le consegne.

Qual è l’idea dietro la start up Everywhere TEW?
Abbiamo pensato di provare a mettere in piedi un modello che consenta alle aziende di fornire ai nostri Tewer – così noi chiamiamo gli smart worker – dei Tewer plan, che non sono un’esperienza “toccata e fuga”, come generalmente sono la maggior parte dei viaggi turistici. I nostri Tewer plan devono essere un’esperienza che parte da almeno una settimana di permanenza nella località. Noi proponiamo alle imprese i nostri Tewer plan, affinché li forniscano ai dipendenti come pacchetto welfare. Infatti, le statistiche dicono che la maggior parte delle realtà continuerà a fare smart working anche dopo la pandemia. Certo, non sarà uno smart working continuativo, 5 giorni su 5. Le aziende, però, possono proporre i nostri Tewer plan, dando al dipendente la possibilità di raggiungere una località di “vacanza”, magari una che non conosce, continuando a lavorare. 

Quali sono gli altri punti di forza di Everywhere TEW?
Un altro nostro plus è quello di valorizzare i territori inesplorati. Nei nostri Tewer plan la probabilità di trovare le grandi città è bassissima. C’è, invece, l’opportunità di trovare dei piccoli centri, magari anche limitrofi alle grandi città, ma che sono sconosciuti, anche se di notevole valore artistico e culturale. Il nostro progetto nasce per risolvere il problema del turismo di massa, evitando mete affollate. Everywhere TEW ha come obiettivo quello di far scoprire ai workers luoghi inesplorati, per valorizzarli e dargli nuova vita. Inoltre, vogliamo destagionalizzare i flussi turistici. Con la nostra offerta riusciamo a farlo perché mettiamo al centro della nostra esperienza il lavoro. Prima di tutto cerchiamo di risolvere i problemi del worker, perché abbiamo chiaro in mente che il Tewer, il cliente finale, non sta andando in vacanza o meglio non sta andando solo in vacanza. Lo smart worker sta andando in quel territorio per continuare a lavorare; però, visto che si reca lì per lavoro, noi gli diamo la possibilità di conoscere il territorio. Oltre a destagionalizzare, riusciamo anche a valorizzare dal punto di vista turistico, ma anche dal punto di vista sociale ed economico, questi piccoli territori italiani tutti da scoprire. 

Everywhere TEW

Come funziona?
Everywhere TEW è un’entità fatta di territori, che comprende anche tutto il mondo dell’ospitalità e quello dell’experience design. Quanto più è tipica e unica l’esperienza, tanto più ci piace e la inseriamo nel progetto. Questo ci serve per predisporre un’offerta indirizzata a un target molto specifico, quello dei Tewer, che si muovono soprattutto per lavorare. Quindi il circuito deve soddisfare dei requisiti. Stiamo progettando una piattaforma digitale in cui i potenziali componenti della rete si registrano e rispondono ad una serie di domande in base alle quali cerchiamo di profilare i singoli componenti. Ci sono infatti delle specifiche caratteristiche che sia le strutture sia le esperienze devono avere. Per quanto riguarda il mondo dell’ospitalità, abbiamo la necessità di sapere se le strutture hanno tutti i requisiti necessari per i workers, primo fra tutti una connettività a banda larga. Poi teniamo conto di una postazione di lavoro comoda, se c’è la possibilità di lavorare all’aperto e se ci sono spazi per i lavoratori, studi privati, meeting room. Inoltre, siamo molto attenti al tema dell’ecosostenibilità, molto sentito dalla community del Tewer, ma anche da noi. Tutto questo serve per profilare la struttura e classificarla, consegnando un quality badge, che può essere di tre livelli: Gold, se rispetta i requisiti minimi e Platinum se rispetta i requisiti con un livello più elevato. Il top dell’offerta è il quality Black. In questo modo riusciamo a costruire una proposta il più possibile mirata, sulla base delle esigenze specifiche del Tewer

Quali sono i Tewer a cui si rivolge?
La community dei Tewer per noi è una community mondiale. Noi siamo orientati a fare incoming dei Tewer dall’estero, perché riteniamo che i numeri diventano molto più grandi e c’è più possibilità per i territori di essere conosciuti, scoperti. Inoltre, pensiamo che questa mentalità lavorativa, l’essere più propensi a questa metodologia dinamica, sia molto più sviluppata all’estero rispetto all’Italia.

Secondo Lei, lo smart working in vacanza si affermerà in Italia o sarà solo una breve parentesi?
Io sono convinta, come generalmente purtroppo accade, che l’Italia arriva sempre dopo ma arriva. Sarà solo questione di tempo. Mi rendo conto poi, che rispetto proprio al sistema anche burocratico del nostro Paese, soprattutto dal punto di vista lavorativo, sarà più dura. Lo smart working non prevede troppi paletti, che invece sono presenti nei contratti di lavoro nazionali. Però anche l’Italia si adeguerà. Il rischio, altrimenti, è che i talenti che abbiamo in Italia, e ne abbiamo tanti, continueranno ad andarsene. Questa è una partita che non possiamo perdere semplicemente perché non vogliamo adeguarci al mondo che cambia, come già sta succedendo, soprattutto dopo la pandemia.

Dopo un anno molto difficile per il turismo, lo smart working in vacanza può essere una nuova opportunità per far ripartire il settore?
Assolutamente sì, questa è una grande opportunità. Noi stiamo lavorando per diffondere e comunicare agli operatori del settore che c’è un nuovo mercato che non dobbiamo farci scappare. Per accelerare e, allo stesso tempo, dimostrare alle aziende italiane che si può fare smart working in vacanza vogliamo partire dall’estero. Intendiamo far arrivare in Italia, durante tutto l’anno, Tewer da ogni parte del mondo. Abbiamo già fatto un primo incontro con un network europeo di smart workers, che il 29 luglio faranno un grande evento a Berlino in cui noi presenteremo il nostro progetto. Già arrivare ad una community europea di Tewer è un passo importante. Poi, stiamo organizzando per ottobre una manifestazione in Puglia. Stiamo guardando anche con molto attenzione alla community della Silicon Valley, dove, come è noto, ci sono molte aziende, quindi potenziali Tewer che possono essere interessati a venire in Italia per lavorare da remoto. In quel caso non si parla di una settimana, ma di mesi. È davvero una grande opportunità per il turismo italiano. Certo, c’è da lavorare, ma non possiamo neanche perdere questo treno o giocarci male questa carta facendoci trovare impreparati. La community dei Tewer, infatti, ha delle esigenze ben specifiche. Il Tewer non è il classico turista “mordi e fuggi” , che magari si accontenta, non stanno andando solo in vacanza, ma sta andando a lavorare in vacanza. Quindi, bisogna soddisfare le sue esigenze lavorative con un livello di qualità. Ecco perché è estremamente importante il quality badge

Ci sono in Italia località, oltre alla Puglia, che hanno aderito al progetto?
In queste settimane stiamo lavorando alla rete di ambassador territoriali. Quando siamo partiti abbiamo avuto richieste da diverse regioni, tra le quali Liguria, Toscana, Campania, Trentino e Veneto. Ci hanno contattato perché vogliono dare un contributo, ci tengono alla loro terra. Questo è l’identikit dell’ambassador territoriale che noi stiamo cercando: una persona innamorata dei propri luoghi, che vuole contribuire a valorizzarli, mettendo in piedi il modello di Everywhere TEW nel proprio territorio con il nostro supporto. In questo periodo stiamo raccogliendo le domande arrivate fino ad ora e che continuano ad arrivare. Abbiamo ricevuto molte richieste anche da parte di giovani italiani che lavorano all’estero, che sono in smart working e desiderano rientrare per una sorta di give back. Vogliono riconsegnare alla propria terra tutta la competenza e conoscenza che hanno acquisito in questi anni fuori e contribuire alla sua valorizzazione. Stiamo coinvolgendo tutti ed è proprio questo il modello di persona che ci serve. Per il momento abbiamo avviato il progetto nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, che comprende 13 comuni, dove anche noi viviamo. Questa è un’altra particolarità del progetto Everywhere TEW. Non è volto a valorizzare una sola città ma interi territori che, spesso, non sono neanche coincidenti con le regioni. La Puglia, per esempio, essendo molto estesa, ha al suo interno 5/6 territori che per le diversità e caratteristiche specifiche possono sembrare anche appartenenti a regioni diverse. Noi andiamo a lavorare su spazi ampi e non sulla singola località e tantomeno sulla singola struttura ricettiva o sulla singola esperienza. Lavoriamo su quell’area e su tutto quello che offre in fatto di servizi, risorse, bellezze naturali e artistiche. In questo modo riusciamo a fare rete tra i comuni del territorio, tra le diverse offerte, perché questo è il momento in cui bisogna fare networking. Da soli non si va da nessuna parte, bisogna unire le forze e solo così, insieme, collaborando, riusciremo a risollevarci da questo momento terribile di stallo sotto tutti i punti di vista.

Il progetto non coinvolge solo i territori, ma anche le persone che li vivono?
Ovviamente, ecco perché dobbiamo essere pronti. Anche il turista diventa parte di quella comunità, è un residente temporaneo. Questo è esattamente quello che vogliamo che il Tewer percepisca: deve conoscere in profondità il territorio e il contesto in cui si inserisce. Siamo per il deep tourism

Quali sono le Sue previsioni per l’estate?
La Puglia è una regione ormai con il tutto esaurito, tanto che noi nelle nostre comunicazioni parliamo da settembre in poi. Ora chi viene in Puglia è colui che vuole rilassarsi: dopo la pandemia, mesi interminabili di chiusura, tutti vogliamo viaggiare senza lavorare. Noi con Everywhere TEW non vogliamo annullare le vacanze, anzi. Il nostro auspicio è che i flussi turistici in Italia ci siano non solo nei mesi estivi, ma anche durante tutto l’anno, questa è la nostra mission

Favorire a livello globale l’incontro tra territori inesplorati e viaggiatori-lavoratori: Everywhere TEW punta i rilflettori su una diversa forma di turismo, che concilia il lavoro con le vacanze. Una nuova possibilità per far ripartire un settore fondamentale per l’economia italiana. Una grande opportunità per valorizzare il Paese e, soprattutto, i piccoli territori.

Intervista a cura di Silvia Dallafior
? di Everywhere TEW


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