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Città Creative UNESCO, la creatività per lo sviluppo del territorio

A fronte dell’emergenza Covid, le Città Creative italiane hanno promosso un Accordo di collaborazione per fare della creatività il fondamento del modello di sviluppo del territorio e per sostenere i settori più colpiti dalla crisi, a cominciare da quello culturale.
La Rete delle Città Creative dell’UNESCO, avviata nel 2004, mira a promuovere la cooperazione tra le città che riconoscono la creatività quale elemento strategico per la crescita. Queste coniugano storia e tradizione, estetica e innovazione; si impegnano a rafforzare attività, beni e servizi culturali; sviluppare centri di creatività e innovazione; migliorare l’accesso e la partecipazione alla vita culturale, in particolare per i gruppi e gli individui emarginati o vulnerabili; integrare la cultura e la creatività nei piani urbani di sviluppo sostenibile.
Ogni quattro anni le Città Creative UNESCO devono presentare un rapporto di monitoraggio e un nuovo piano d’azione per i successivi quattro anni.
La Rete copre sette settori culturali: Musica, Letteratura, Artigianato e Arte Popolare, Design, Media Arts, Gastronomia, Cinema. Sono 246 le città in tutto il mondo che attualmente ne fanno parte. In Italia le Città Creative sono: Bologna e Pesaro per la musica; Fabriano e Carrara per l’artigianato e l’arte popolare; Roma per il cinema; Parma, Alba e Bergamo per la gastronomia; Torino per il design; Milano per la letteratura e Biella per l’artigianato.

Città Creative italiane UNESCOCittà Creative italiane UNESCO

Il Covid non ha fermato l’azione delle Città Creative

I settori culturali sono stati gravemente colpiti dalla crisi pandemica. Ma utilizzando soluzioni creative e strumenti digitali, le Città Creative sono state in grado di continuare a fornire i propri servizi ai cittadini e proseguire nella loro funzione sociale. Per esempio, #cinemadacasa è l’iniziativa lanciata a Roma, Città Creativa del Cinema, durante la quale sono stati proiettati film classici sugli edifici della Capitale.
A seguito della chiusura di scuole e università, le Città Creative hanno reso possibile continuare l’istruzione e l’apprendimento nell’ambiente digitale, si legge nel rapporto “Le Città Creative dell’UNESCO rispondono al Covid-19”.
Quando nei centri urbani la vita si è fermata, senza più turisti, eventi culturali, incontri sociali, le persone si sono sentite inevitabilmente allontanarsi dalla vita cittadina e dai suoi spazi. Bergamo, uno dei luoghi più colpiti, ha promosso il cibo tradizionale come parte della risposta alla pandemia e ha reso accessibile online i suoi musei.
Inoltre, la creatività è stata un mezzo per promuovere la solidarietà e l’aiuto reciproco o per diffondere messaggi legati all’igiene e al distanziamento sociale.
Anche il design e l’innovazione sono stati utilizzati per rispondere alla crisi. Torino, per esempio, ha lanciato un bando per riunire soluzioni e risorse innovative per migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti.

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L’accordo di collaborazione delle Città Creative italiane

Entrando a far parte della Rete, le Città Creative si impegnano a condividere le loro migliori pratiche e sviluppare partenariati con i settori pubblico e privato, e con la società civile. L’UNESCO durante l’emergenza Covid ha promosso una maggiore collaborazione tra le città.
Così, in occasione della rassegna annuale Torino Design of the City, nel mese di ottobre 2020, i delegati delle Città Creative dell’UNESCO italiane hanno stabilito un Accordo di collaborazione che prevede linee strategiche e operative comuni, un programma di azioni concrete e un piano di comunicazione condiviso. Su quest’ultimo punto, l’Accordo si propone di pianificare interventi per dare visibilità ai singoli progetti.
Si prevede poi di allargare la rete anche ad altre città, in particolare del Sud d’Italia, e a sostenere le candidature per il settore Media Arts, al momento unico privo di una rappresentanza italiana.
Quest’anno è aperto il bando per le nuove candidature (2021 – 2025). Le realtà interessate dovranno presentare la domanda entro il 30 giugno 2021.
Le Città Creative UNESCO hanno svolto un ruolo di primo piano durante la fase più critica della pandemia e continueranno ad essere centrali per una ripresa globale e sostenibile dei settori culturali e creativi.

di Aurora Amendolagine



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