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martedì, 24 Dicembre, 2024
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Dante visto da Dalì a Caltanissetta

Palazzo Moncada e la rinascita culturale della Sicilia centrale

La Sicilia centrale negli ultimi anni sta vivendo un periodo di rinnovamento culturale molto interessante. Infatti, oltre i grandi centri di Palermo e Catania che da sempre attraggono l’interesse dei curatori al fine di proporre importanti mostre, da qualche anno anche l’entroterra dell’isola, in particolar modo Caltanissetta, cerca di adeguarsi alle proposte culturali di qualità aprendo al pubblico una sede espositiva d’eccezione, qual è il barocco Palazzo Moncada, posto nel pieno centro storico del capoluogo nisseno.

Aperta il 7 dicembre 2018 e programmata, con proroga, fino al 10 marzo 2019, l’ultima mostra di Palazzo Moncada a Caltanissetta dell’associazione “Creative Spaces”, curata dell’architetto Eros Di Prima ha riguardato una retrospettiva molto interessante su 110 xilografie, quindi stampe da incisioni su matrice lignea, sul tema della Divina Commedia ed eseguite da Salvador Dalì, dal titolo “Dalì viaggio surreale nella Divina Commedia”.
Quello di Dante e quello di Dalì sono due sogni che si incontrano e si mescolano tra di loro a distanza di secoli. I versi trecenteschi si rianimano nella rappresentazione figurativa novecentesca e trovano una nuova attualizzazione. Il Dalì di queste xilografie appare molto meno criptico di altre sue produzioni, benché in alcuni casi sia direttamente il linguaggio dantesco a obbligare a un certo nascondimento dei significati. Le opere presentate sono veramente tante e colpiscono per la vivacità cromatica, oltre che per le forme con le quali il grande artista catalano ha reinterpretato il racconto dantesco. Dalì mette tutta la sua personalità in questa colossale opera e si discosta dalla rappresentazione pedissequa del racconto poetico, come ad esempio aveva fatto William Blake prima di lui, per porsi in relazione orizzontale con l’opera trecentesca. Quello di Dalì è un viaggio parallelo sulla stessa direzione di Dante. La Divina Commedia funge solo da spunto tematico, ma il sogno è tutto daliniano, pieno di surrealismo e di vivacità tutta contemporanea.

Da un punto di vista dell’allestimento, questo si presentava semplice, intuitivo e coinvolgente. Il visitatore è stato chiamato a compiere un viaggio non solo immaginativo all’interno dello spazio. Le tre sale espositive sono state organizzate come fossero le tre cantiche della Divina Commedia: Inferno, Purgatorio e Paradiso. La prima è pervasa dal nero cupo delle pareti e il percorso è volutamente tortuoso. La seconda si presenta come un passaggio lungo, una zona quasi di iniziazione allo spettacolo finale, le tinte nere della sala precedente lasciano spazio a pannelli grigi che cercano di simulare la situazione intermedia tra il nero inferno e il bianco paradiso. Le tre sale seguono non solo il disegno del viaggio dantesco, ma anche quello daliniano che esprime l’inferno con colori forti e duri come il nero, il verde e il rosso accesi, il purgatorio con colorazioni cangianti e il paradiso con tinte pastello molto tenui e giochi cromatici sulle tonalità del bianco.
Molto felice si è rivelata anche la scelta “sensoriale” della mostra: ogni sala è provvista di due boccettine contenenti alcune fragranze che ben si associano agli odori, naturalmente immaginati, delle tre cantiche dantesche.
Questa mostra di Caltanissetta apre, finalmente, nuove possibilità culturali nella Sicilia centrale attraendo in questo territorio mostre di buona qualità. Appuntamenti del genere, per una terra spesso lasciata ai margini dell’attività culturale siciliana e nazionale fanno ben sperare in un futuro di maggiore accessibilità all’arte anche nelle zone più decentrate rispetto alle grandi città. Il modello di Caltanissetta offre scenari che si auspicano replicabili in molte altre parti d’Italia, esperienze virtuose di un recupero culturale che dice molto anche del bisogno dei cittadini di avvicinarsi, in ogni parte del Paese, ad eventi del genere, perché l’arte possa essere vissuta in modo capillare anche a pochi passi da casa propria.  Dimostrazione di questo effetto è stata la grande partecipazione di pubblico anche alle attività collaterali come gli aperitivi in mostra o i talk d’arte, che hanno permesso ai nisseni, e non solo, di vivere un’esperienza di comunità cittadina unita nel segno della cultura.

– di Angelo Bartuccio

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Foto di: Creative Spaces; Palazzo Moncada

 

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