La pasta non solo come prodotto da mangiare ma come nutrimento dell’anima
L’insegna “Tortellini” che campeggia sull’edificio in via Volta n. 108 potrebbe portare fuori strada rispetto alla meta, il Pastificio Pando, ma in realtà è proprio in quella direzione che Tesori d’Italia dirige i propri passi. Varcata la soglia, gli occhi si riempiono di mille forme e colori e un odore intenso di farina invade le narici. Lo scampanellio della porta ha attirato all’ingresso del punto vendita uno dei proprietari, un ragazzo che ci narra di questo luogo che non è solo fisico, ma è anche un ideale da perseguire.
Tornare nella propria terra, dopo essere andato via, seppur ancora giovane, per dar voce e corpo a ciò che gli avi avevano pensato e creato per le future generazioni, credere in un sogno: è quello che permea fortemente gli occhi e la voce di Michele Pagliara, che ci racconta come lui e il suo socio Gabriele Ferramosca hanno ripreso in mano l’azienda del nonno di Gabriele affinché non andasse via un pezzo di storia di Nardò.
Gabriele è l’erede della tradizione, il discendente della famosa famiglia di mastri pastai e Michele è un cuoco affermato con lunga e gratificante esperienza all’estero. Da piccoli giocavano spesso nell’azienda del nonno di Gabriele e mai avrebbero immaginato nel 2015 di prendere in mano le redini di un luogo storico di Nardò che, per alterne vicende, rischiava di essere chiuso o venduto per altre destinazioni d’uso. I neretini hanno accolto con gioia la decisione, per certi versi coraggiosa, di questi due giovani che, aiutati da una squadra altrettanto giovane e dinamica, hanno portato e portano ancor oggi avanti un sogno. Circondati dalle tradizioni, producono uno dei simboli italiani nel mondo: la pasta.
Si parte dai grani antichi che si impongono fortemente all’attenzione del pubblico moderno, da tipologie diverse di farine, da ripieni diversi dal solito, per arrivare ad offrire al cliente finale formati di pasta particolari, paste aromatizzate, il tutto abbinato alla proposta di una ricetta. Perché è importante accompagnare il consumatore fino alla tavola, suggerendo il modo migliore per esaltare un formato di pasta o per tener fede ad una tradizione del territorio.
La farina e la lavorazione, comprese le ore di essiccazione ─ almeno dodici ─ contribuiscono ad una migliore produzione e a una migliore cottura della pasta, “la buona pasta” d’una volta.
È proprio il rispetto del tempo che aiuta a preservare l’identità di un luogo. Unendo alle basi ricevute dai genitori, o da chi li ha preceduti, l’innovazione, si può far conoscere un prodotto a tutti, anche oltre i confini della nostra penisola. Si parla naturalmente di un prodotto artigianale che può risultare a prima vista poco economico al cliente finale, ma una migliore informazione può sicuramente contribuire alla vendita e alla diffusione del prodotto.
Al Pastificio Pando Tesori d’Italia ha incontrato un gruppo di giovani che crea paste classiche e sfiziose mixando innovazione e artigianato. Di una cosa sono certi Michele e Gabriele: possono essere un buon esempio per altri giovani che si sentono incoraggiati a fare qualcosa per il proprio territorio guardando a chi, come loro, ha raggiunto degli ottimi risultati, non senza sacrifici, ma con tanto entusiasmo.
-di Floriana Maci