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domenica, 22 Dicembre, 2024
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Umberto 1916 e il valore di ciò che è antico

La pizza napoletana come racconto della città e della storia di Napoli

Resilienza e radicamento, l’orgoglio di essere napoletani, elementi fondanti della storia di Umberto 1916, ristorante pizzeria storico del quartiere Chiaia.

La trattoria è stata fondata nel 1916 da Ermelinda e Umberto di Porzio, originari di Posillipo, a cui poi si aggiunse la pizzeria nel 1924.

«Nel 1916 Chiaia era un semplice giardino con po’ di spiaggia, il ristorante Umberto fin da allora è sempre stato luogo di riferimento per la città – racconta Massimo di Porzio, nipote di Umberto –. Chiaia era diversa, c’erano molte botteghe e attività di commercio al dettaglio, le persone acquistavano la pizza e la condivano con alimenti acquistati negli alimentari, dunque inizialmente la quotidianità dell’attività era molto diversa; il quartiere nel tempo si è trasformato e la sfida principale è diventata quella di innovare nel rispetto della nostra identità».

La gestione è ora giunta alla terza generazione con Massimo, Lorella e Roberta. Le diverse discendenze che si sono alternate raccontano Napoli e la sua evoluzione attraverso il culto dell’accoglienza, la scelta dei prodotti di qualità, il legame con il territorio.

«La pizza è il prodotto costitutivo del nostro DNA, della nostra tradizione – afferma Massimo –. La semplicità della preparazione e l’accessibilità sono le chiavi del successo della pizza napoletana. È un tesoro perché è una parola italiana riconosciuta da tutti ed è legata alla nostra cultura. La pizza è Napoli – continua –, la rappresenta e la racconta, è specchio della napoletanità, è differente da quartiere a quartiere, ad esempio quella del centro storico è più grande, nasce così per essere condivisa; a Chiaia e al Vomero sono più piccole, per un consumo individuale, in quanto zona benestante. La pizza racconta in molteplici modi la complessa identità partenopea».

Attraverso un excursus storico, Massimo lega metaforicamente la capacità di adattamento della città all’evoluzione della pizza nei diversi periodi storici, raccontando dell’aneddoto dei cornicioni scartati dai nobili per sfamare il popolo.

Due anni fa ha preso vita l’Unione Pizzerie Storiche Napoletane “Le Centenarie”, un’organizzazione formata dalle realtà che salvaguardano e preservano le origini della pizza napoletana. «Quella de “Le Centenarie” – ci dice Massimo – è una realtà in cui credo molto, raccoglie le dieci famiglie che hanno fatto la storia della pizza napoletana, attraverso l’associazione vogliamo essere più forti, migliorare e valorizzarne la storicità».

La pizzeria è un luogo in cui sono vissuti e cresciuti i Di Porzio, qui si respira un forte senso di appartenenza, anche da parte dei clienti, infatti Umberto 1916 è divenuto un punto di riferimento della città.

Diversi gli aneddoti e i personaggi famosi che hanno attraversato la storia dei Di Porzio, Renato Carcioppoli, matematico napoletano, cliente abituale della pizzeria ed Eduardo De Filippo,  a cui venivano fatte consegne da asporto durante le pause di lavoro al vicino teatro Sannazzaro, solo per citarne alcuni.

Una forte identità capace di dialogare con le istanze e i cambiamenti della società attuale, un luogo dove ciò che è antico è considerato un percorso di valore inestimabile «Il ristorante per noi è il luogo dell’accoglienza, il nostro desiderio è che i clienti si sentano a casa». L’amore verso la città è vivo, prende forma nelle parole di Massimo e nell’impegno quotidiano per il territorio. «Credo fermamente che le forze positive della città debbano restare qui per costruire, credo che bisogna dedicarsi a generare valore per la nostra città  e sono orgoglioso di essere napoletano».

– di Irene Russo

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