In occasione del TDI Tour Lazio alla scoperta delle eccellenze di Don Nino Gelateria e Pasticceria Artigianale, Brand Ambassador di Tesori d’Italia, abbiamo avuto il piacere di parlare con il Maestro Gelatiere Francesco Mastroianni, conoscere la sua storia ricca di successi e il legame con Don Nino.
Calabrese di origine, Mastroianni avvia la sua attività nel 1989 continuando la tradizione di famiglia nata molti anni prima. Coltivando con amore una passione ereditata dal nonno e dal padre, Francesco Mastroianni lavora con grande dedizione per realizzare il sogno di diventare uno dei più importanti Maestri Gelatieri italiani. Numerosi i premi conseguiti nel tempo che confermano la sua professionalità e bravura: cinque volte Campione italiano di Gelateria, ottiene la nomina di Ambasciatore del Gelato nel Mondo grazie agli innumerevoli riconoscimenti nazionali e internazionali. Quello del Maestro gelatiere e pasticcere è un talento che continua a conquistare consensi in tutto il mondo.
A parlare sono le sue ricette, dove Mastroianni rivela tutta la sua classe interpretando l’arte tradizionale del gelato con un inimitabile tocco personale: è così che il Maestro dà vita a delizie d’autore uniche e originali. Creazioni come Fichi della Piana – Primo premio al SIGEP 2001 – o Cuor di Brontolo – vincitore del Campionato Mondiale di Gelato –, sono solo alcuni esempi della sua capacità di catturare l’essenza dei migliori ingredienti, prendendo ispirazione dalla territorialità, per realizzare gusti autentici che uniscono il consenso di pubblico e critica.
Dall’incontro con Don Nino, avvenuto nel 2013 in occasione della sua partecipazione al Gelato World Tour di Roma, il Maestro Mastroianni, riconosciuto quale “Tesoro d’Italia” per il suo talento e il suo prezioso lavoro, è l’anima creativa del Brand. Un legame foriero di successi che da allora continua ad essere fonte di importanti soddisfazioni.
L’Intervista
Maestro, la sua è una storia che nasce dall’attività di famiglia. Per lei è stato naturale continuare questa tradizione?
Sì, è stato naturale, io rappresento la terza generazione. Da mio nonno, e poi da mio padre, ho ereditato la passione per questa attività, che per me è molto più di un lavoro: è quello che sono. Da un certo punto di vista è stato facile proseguire la tradizione famigliare, perché alla base c’è sempre stato amore, una storia e io ho deciso di darle seguito. Mio nonno si chiamava Francesco, come me, quindi è un legame che continua anche nel nome.
Dalla Calabria alla conquista del mondo. Quanto lavoro c’è dietro il suo successo?
Dietro questo successo ci sono tanta passione e umiltà e, soprattutto, tanta voglia di imparare. Nella vita – e non è una frase fatta – non si smette mai di apprendere. Questo per me è il significato di successo: impegnarsi giorno dopo giorno per raggiungere i propri obiettivi.
Tra i cinque Maestri Gelatieri al mondo e Ambasciatore del Gelato nel Mondo. Come si conseguono questi risultati? Come si ottiene un titolo così importante?
Questi risultati si raggiungono stando a stretto contatto con i colleghi, perché ognuno ha da trasmetterti qualcosa di importante per aiutarti nella crescita professionale. C’è sempre da imparare dagli altri. Poi ci sono le scuole, le gare, le competizioni a tanti livelli: prendere parte a tutto quello che offre questo mondo è un aiuto alla conquista di grandi successi.
Per diventare Ambasciatore del Gelato nel Mondo occorrono tanti anni di studio, concorsi, meriti, attestati, diventare volti noti nel campo della gelateria e della pasticceria: tutto ciò può portare ad ottenere preziosi riconoscimenti come questo.
Da dove prende la sua ispirazione per creare gusti originali e autentici?
Prendo ispirazione soprattutto dai miei viaggi. Nel tempo libero ho modo di dedicarmi a questo aspetto, fondamentale per il mio lavoro; nei momenti di riflessione trovo la maggiore spinta creativa per dare vita a nuovi gusti e nuovi dolci. Sicuramente la più grande fonte di ispirazione è nell’amore per il mio territorio, la Calabria, così come nella città che oggi ci ospita, Roma. Questa città è un museo all’aperto, è variopinta, prendendo spunto da lei si può inventare davvero di tutto! Il gusto che – possiamo dire – ha dato un grande slancio al mio percorso è proprio legato alla nostra Capitale: il Cuor di Brontolo, un pistacchio variegato, con il quale ho vinto al Gelato World Tour sulla prestigiosa terrazza del Pincio.
Qual è l’ultimo premio che ha ricevuto?
Nel 2020 ho partecipato ad un importante concorso a Rimini, dove hanno preso parte tutti gli Ambasciatori del Gelato nel Mondo, ed io sono stato nominato Ambasciatore dell’Anno 2020, titolo che porterò con me fino al 2021. Ho vinto questo premio con Zagrumé, un gelato allo zabaione, con un crumble di nocciole calabresi e un variegato di limone, bergamotto e mandarino.
Come nasce l’incontro con Don Nino, di cui è diventato l’anima creativa?
L’incontro con Don Nino avviene nel 2013, proprio in occasione della mia partecipazione al Gelato World Tour di Roma, sulla terrazza del Pincio. Lì sono stato avvicinato da questi grandi imprenditori che hanno voluto sviluppare questo concept del gelato e della pasticceria e da qui è nato questo matrimonio, che da allora mi lega al mondo Don Nino con grande successo.
Consiglierebbe ai giovani di intraprendere questa strada?
Assolutamente sì. Ai giovani che vogliono intraprendere questo lavoro consiglierei di fare la gavetta. Di non rincorrere il successo “facile” ma di fare un passo alla volta, sempre con passione e umiltà, che considero gli ingredienti fondamentali, qualsiasi strada si voglia percorrere, per crescere professionalmente nel migliore dei modi.
Intervista a cura di Claudia Mele