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Francesco Mondini – Vino Etrusco firmato Unesco

“Non solo produzione, è l’attenzione che riserviamo all’equilibrio dell’ecosistema che si traduce in un paesaggio poetico e ricco di memoria”.

Il successo del sistema di Vinificazione secondo il Metodo Mondini è la riprova stessa di quanto sia preziosa la Storia del nostro Paese e la sua straordinarietà, se correttamente ripercorsa e sapientemente rigenerata. Francesco Mondini è in tal senso una delle figure più rappresentative di cui l’Italia si possa vantare, esempio di studio, passione, dedizione e ovviamente coraggio. Ne occorre davvero tanto se consideriamo che la prima vinificazione risale al 2001, mentre la prima bottiglia è uscita nel 2015, dopo ben 14 anni di attesa dei permessi da parte dell’Asl. “Ripercorrere la storia del vino significa realizzare la storia dell’ uomo: sapere e sapore, cultura e coltura, vita e vite condividono non solo la stessa etimologia, ma sono sinonimo dell’intera identità di un popolo. L’arte della coltivazione della vite è arrivata in Italia probabilmente nel secondo millennio avanti Cristo, ma gli Etruschi sono stati i primi a far crescere le viti ad alberello come oggi le coltiviamo.  Erano molto affezionati al vino, una bevanda che connette i popoli e le civiltà più di qualunque altra e che oggi come allora è considerato il vettore culturale per eccellenza”.

La semplicità e naturalezza con cui Francesco racconta e presenta il suo mondo è disarmante. Si scorge in lui un fascino atavico, dietro la genialità di un artista poliedrico, di professione artigiano: “Cerco di immaginare i piccoli templi di legno degli etruschi: delicati, fragili ed evanescenti come fiori. Ormai abbiamo raggiunto la fase in cui si è stanchi di grandi costruzioni in pietra e si comincia a comprendere che è meglio mantenere la vita fluida e mutevole piuttosto che imprigionarla schiacciandola sotto il peso dei grandi monumenti.” “Sembra che nell’istinto degli etruschi ci sia stato un desiderio autentico di preservare l’umore naturale della vita” (D.H.Lawrence – Etruscan place, London 1932.)

E’ il 4 dicembre 2013 quando  l’UNESCO  riconosce Patrimonio Intangibile dell’Umanità  la Vinificazione in orci (Qvevri) in Georgia. Questo consente a Francesco, con l’azienda agricola Bio Tarazona Miriam, di avere tutte le autorizzazioni necessarie per poter produrre il primo vino vinificato alla maniera ETRUSCA. Tutto parte da alcuni archeologi, tra cui il Prof. Maurizio Pellegrini direttore didattico del Museo di Villa Giulia in Roma. A loro si affiancarono i geologi, per capire le specificità del terreno, gli agronomi che resero possibile una produzione biologica e biodinamica, ed infine l’enologo Guido Fatucchi. Francesco Mondini poteva contare sui duemila metri quadrati di vigneti molto antichi, in parte centenari e in parte piantati 70 anni fa dal nonno, dove si coltivano vitigni Sangiovese, Canaiolo, Ciliegiolo, Albana e Trebbiano e Malvasia in un perfetto equilibrio naturale. Un’armonia chiamata “Permacultura”. (Fonte Donatella Cinelli Colombini). Nel 2014  viene sotterrata la prima sequenza di orci “ufficiali” nella collina degli orci, coronamento di un sogno dopo anni di fatiche e di amore per la propria terra. Gran parte del tempo fu dedicata allo studio e alla progettazione degli orci in cui far riposare e maturare il vino. Una volta arrivati all’optimum, cominciarono gli studi per la coibentazione interna degli orci composta soprattutto da cera, resine ed altri componenti naturali che poi, nel 2015, diventarono  una parte del sistema di vinificazione detta appunto Metodo Mondini. Con la cera d’api di sua produzione Francesco riuscì quindi a chiudere la ricerca delle materie prime necessarie per la nuova vinificazione.

Nel 2019 Francesco ottiene il riconoscimento ufficiale dell’Unesco, vincendo il primo premio del concorso nazionale ed internazionale “La fabbrica nel paesaggio”: “Per la tutela e il miglioramento del paesaggio naturale e culturale, nel rispetto delle vocazioni territoriali, avendo garantito un’alta qualità estetica dell’intervento e dimostrando la capacità di costruire in modo colto e al tempo stesso produttivo il proprio luogo di lavoro. Grande attenzione è riservata inoltre all’equilibrio dell’ecosistema tradotto in un paesaggio al tempo stesso poetico e ricco di memoria”.

“Mondini ha inseguito per più di vent’anni il sogno di ricreare nella terra degli Etruschi il modo in cui i nostri illustri progenitori producevano il vino – spiega Luigina Besi presidente Unesco Arezzo che ne ha sostenuto la candidatura – con l’aiuto di archeologi. Basandosi sulle conoscenze della viticoltura tramandate dal padre e dal nonno ha abbellito le sue colline riprendendo l’uso atavico di alternare filtri di viti e filari di ulivi scavando dolcemente il suolo per interrare gli orci artigianali, di terracotta. Chi vede la sua opera se ne innamora”.(Fonte – La Nazione)

Francesco conclude così….

“La nostra filosofia aziendale è realizzare prodotti genuini oramai spariti dal commercio o in disuso ma fondamentali per il nostro benessere, con i principi dell’epoca a cui ci riferiamo e soprattutto totalmente naturali. I nostro marchio  Rasenna in Tuscany  è un richiamo stesso alle nostre origini: gli Etruschi tra di loro si chiamavano infatti Rasenna  o Rasena o Rasna.”

Rimandiamo con piacere chi vuole approfondire e, soprattutto, quanto prima assaggiare i suoi, vini unici e autentici, al sito https://www.etruscanywine.it/

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