Quando la storia di una famiglia racconta di Napoli, del Vomero e dell’Italia
«È dal 1850 che “un” Salvatore Grasso fa il pizzaiolo»: così, con tutta la sua energia e il suo entusiasmo, si presenta Salvatore Antonio Grasso, il nipote del fondatore e attuale proprietario, orgoglioso di portare il nome dei suoi predecessori.
Non si può comprendere la storia di Gorizia 1916 senza legarsi al suo anno di fondazione, il 1916, data da cui deriva la particolarità del nome della pizzeria. Il suo fondatore, Salvatore Grasso, decise di chiamarla in questo modo – sostituendo la scelta iniziale di “Il nuovo Vomero” – per lo spirito patriottico determinato dalla presa di Gorizia da parte delle truppe italiane del 1916. Scelta, questa, che ha donato alla pizzeria il suo primo tassello di unicità: è l’unico locale al mondo a portare questo nome.
Numerose date importanti si possono annoverare nella vita della pizzeria, cuore dell’allora nascente Vomero, area benestante di Napoli. La storia di Gorizia s’intreccia con quella della città, favorendo la crescita di questo quartiere, allora formato solo da pochi palazzi e da qualche campo di broccoli.
«Il Vomero, la parte alta di Napoli, era il luogo dove le persone agiate venivano con la carrozza a rinfrescarsi – racconta Salvatore – e mio nonno, per distinguere la sua pizza da quella della parte bassa della città, decise di farla più piccola e sottile, utilizzando un panetto di soli 180 grammi unito ad ingredienti particolari e di qualità, come i carciofi, che Totò, suo cliente abituale, era solito far aggiungere sulla margherita».
Altro anno rilevante è il 1925, quando Gorizia fu la sede dei festeggiamenti e delle premiazioni per “La festa dell’uva”, evento di grande rilievo che trasformò il locale in luogo di ritrovo dell’élite partenopea.
«Grazie ai successi e ai riconoscimenti ottenuti, nel 1932 mio nonno decise di spostare la pizzeria nell’attuale sede», attività che Salvatore Antonio Grasso, successivamente, ha scelto di rilevare per preservare il ricordo del nonno e la storia della pizzeria.
Attraverso racconti e aneddoti emerge il forte legame che ha unito Salvatore e suo nonno: «Tutti si rivolgevano a lui dandogli del voi, solo a me era concesso dargli del tu» – racconta Grasso – «Mio nonno mi ha tramandato la sua particolare abilità nello stendere l’impasto con una sola mano, metodo che utilizzava a causa dell’artrosi di cui soffriva».
Il 2016 rappresenta uno snodo fondamentale per due ragioni: ricorre il centenario di Gorizia 1916 e viene fondata l’Unione Pizzerie Storiche Napoletane “Le Centenarie”: proprio durante la festa per celebrare i cento anni della pizzeria, alla quale erano presenti diversi rappresentanti di alcune pizzerie storiche, emersero il desiderio e la volontà di dar vita all’Unione. «Non associazione», sottolinea Grasso, vice presidente de “Le Centenarie”, che ha coronato un sogno coltivato per anni. L’Unione, infatti, nasce con l’intento di tutelare e garantire la qualità della “pizza napoletana verace”.
La storia di Gorizia racconta del valore della qualità dei prodotti e dell’arte della trasmissione dei saperi di padre in figlio. «Quella della pizza è un’arte, una commistione di sapori e ricordi, un viaggio nelle emozioni sopite». Gorizia 1916 è una pizzeria antica che resta ancorata alle sue radici e che, al contempo, guarda avanti e si evolve nel rispetto delle persone e delle necessità del nostro tempo.
di Irene Russo