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lunedì, 18 Novembre, 2024
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Pizzeria Mattozzi, quando la pizza genera condivisione

Inizia con Paolo Surace il nostro viaggio di scoperta de ‘Le Centenarie’

Ci troviamo in Piazza Carità. Ad accoglierci alle porte della Pizzeria Mattozzi il giovane Paolo, terza generazione dei pizzaioli Surace. Quella che sta per raccontarci è una storia di sacrificio e passione, di amore e di orgoglio.

Nato “sotto alle pampuglie”, elemento indispensabile per una corretta cottura della vera pizza napoletana, Paolo inizia ad impastare le sue prime pizze all’età di 7 anni sotto l’occhio vigile di suo padre Lello e suo nonno Alfredo Surace, direttore di Sala della Pizzeria Mattozzi di via Marchese Campodisola dal 1930 e proprietario della Pizzeria Mattozzi in Piazza Carità dal 1959.

Fondato nel 1833 con il nome “Le stanze della carità”, il Ristorante Pizzeria Mattozzi è un bagaglio inesauribile di ricordi e di esperienze nel cuore di Napoli, un concentrato di storia e tradizione a pochi passi da Piazza Plebiscito e Via Toledo.
Il locale, disposto su due livelli, ha l’aspetto immutabile di una vecchia cantina con il banco per la manipolazione della pizza in mezzo alla sala, proprio come accadeva nelle prime pizzerie nate in città. Una sorta di palcoscenico in cui il pizzaiolo coinvolge e incanta tutti mostrando la sua arte e la sua manualità attraverso la lavorazione dell’impasto con la tecnica a schiaffo.
Il menù rispecchia pienamente l’essenzialità del posto. All’eccellenza della pizza napoletana si affiancano i migliori piatti della tradizione partenopea, tutti realizzati con prodotti freschi e di sola origine campana.

Il cibo,parte integrante del patrimonio culturale italiano, ha da sempre un valore identitario, un legame profondo con i territori che così esprimono la loro storia, le loro usanze e le loro abitudini. Prodotti come il fiordilatte, l’olio EVO, il pomodoro rappresentano oggi luoghi e storie del nostro Paese. Attraverso l’arte della pizza la Pizzeria Mattozzi ha saputo cogliere negli anni le evoluzioni e le tendenze di un piatto che nella sua semplicità ha trasformato l’anima di una città.
«Napoli si è evoluta insieme alla pizza», ci racconta Paolo Surace, guidandoci per mano in un salto indietro nel tempo che va ben oltre la storia della pizza Margherita e inizia nel 1660 con la nascita della pizza alla “Mastu Nicola. Un piatto umile, realizzato con ingredienti poveri e con un estro tutto partenopeo in grado di rendere più gustoso l’impasto con l’aggiunta di tanto basilico. Lo stesso basilico che, chiamato dai napoletani vasinicòla, divenne spunto per dar nome a quella che è oggi un simbolo dell’Italia nel mondo.

In pochi praticano ancora la vera arte della pizza napoletana, un prodotto artigianale, realizzato con semplici ingredienti, che genera unione e condivisione.
La pizza napoletana è un disco di pasta: acqua, sale, lievito farina e tanta passione. Un prodotto che nasce dal popolo e resta al popolo, definendone tratti ed esperienze. Si mangia a casa, per strada, sulla tavola di un ristorante d’eccellenza come Mattozzi che diventa per magia punto di ritrovo per la gente del quartiere e tappa obbligata per il turista che visita la città e ha voglia di gustare i migliori piatti della tradizione partenopea.
È simbolo di una città, degli intrecci culturali e dell’ingegno di quanti, come i Surace, hanno saputo tramandare di generazione in generazione le proprie tradizioni con costanza e perseveranza al solo scopo di preservarle e difenderle.

Lasciamo così la Pizzeria Mattozzi e ritorniamo in strada, tra i sapori e gli odori di una Napoli che ha appena cominciato a stupirci…

-di Valentina Di Martino

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