Con una decisione arrivata in tarda notte, la commissione Unesco riunita a Jeju, in Corea del Sud, ha riconosciuto l’arte dei pizzaiuoli napoletani come patrimonio dell’umanità. Si tratta del 58esimo riconoscimento all’Italia. Da questa mattina le pizzerie storiche della città sono in festa: tavoli già in strada dalle 7 del mattino, abbracci e sorrisi. Si legge nella motivazione: “Il know-how culinario legato alla produzione della pizza, che comprende gesti, canzoni, espressioni visuali, gergo locale, capacita’ di maneggiare l’impasto della pizza, esibirsi e condividere è un indiscutibile patrimonio culturale. I pizzaiuoli e i loro ospiti si impegnano in un rito sociale, il cui bancone e il forno fungono da “palcoscenico” durante il processo di produzione della pizza. Cio’ si verifica in un’atmosfera conviviale che comporta scambi costanti con gli ospiti. Partendo dai quartieri poveri di Napoli, la tradizione culinaria si e’ profondamente radicata nella vita quotidiana della comunità.
Per molti giovani praticanti, diventare Pizzaiuolo rappresenta anche un modo per evitare la marginalità sociale”.
Il Ministero delle Politiche Agricole aveva iniziato l’iter per il riconoscimento nel 2009: decisivo l’apporto dell’ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio, ieri in collegamento costante dalla Corea del Sud con Napoli per dare informazioni. “Anni di dedizione e intensa attività finalmente premiati. Sono entusiasta”. Così il presidente della Fondazione UniVerde ed ex Ministro delle politiche agricole, Alfonso Pecoraro Scanio, commenta il riconoscimento tributato dalla commissione Unesco all’arte dei pizzaiuoli napoletani.
Il commento del sindaco de Magistris: “Finalmente arriva questa decisione, è un momento storico. Grazie a tutti i pizzaioli che vivono e operano a Napoli e in tutto il mondo. Questo è il segno della grande potenza di Napoli attraverso la sua arte, le tradizioni e la fantasia. Una grande vittoria”. “