A Bra, a Palazzo Mathis, una mostra dedicata agli sviluppi del movimento dagli anni Sessanta oggi, con particolare riferimento agli artisti italiani: Schifano, Rotella Festa, Baj
“Il nuovo volto della Pop Art, dagli anni ’60 al contemporaneo” è la mostra visibile dal 9 settembre all’8 dicembre presso gli spazi di Palazzo Mathis, a Bra (Cuneo), curata da Cinzia Tesio e dedicata a una delle più importanti correnti artistiche del Ventesimo secolo, in cui è possibile ammirare la visione dell’incontro tra arte e cultura dei mass media di artisti come Andy Warhol, Mario Schifano, Mimmo Rotella, Tano Festa ed Enrico Baj.
Nata in Inghilterra intorno agli anni Cinquanta, la Pop Art ha trovato il suo pieno sviluppo a New York a partire dagli anni Sessanta, grazie anche alla consacrazione ottenuta alla Biennale di Venezia del 1964. Il suo nome deriva da “popular art” ovvero arte popolare, non intesa come arte del popolo o per il popolo ma, più puntualmente, come arte di massa, cioè prodotta in serie. In un mondo basato sul consumismo, quest’arte respinge l’espressione dell’interiorità e dell’istintività e si rivolge, piuttosto, al mondo esterno, all’insieme degli stimoli visivi che circondano l’uomo contemporaneo: il cosiddetto “folclore urbano”. La Pop Art si apre dunque alle forme più popolari della comunicazione, i fumetti, la pubblicità, i quadri riprodotti in serie.
Se «la Pop Art nel suo aspetto internazionale è rappresentata in mostra a Bra da Andy Warhol, l’artista che più di tutti ha saputo far parlare i media», come spiega la curatrice, diventa interessante esplorare anche «l’evoluzione italiana della corrente, attraverso le opere degli artisti di piazza del Popolo a Roma e dello Studio Marconi di Milano». Tra questi, Mario Schifano, figura principale del gruppo, «per il quale la superficie pittorica non tende mai ad espandersi nelle tre dimensioni, ma è piuttosto considerata uno schermo su cui si rispecchia il mondo moderno». Conclude la Tesio: «Gli insegnamenti della Pop Art e la sua evoluzione sono vivi ancora nell’epoca contemporanea, nella scelta dei colori, dei materiali e nella forma; tale concetto è espresso nel percorso espositivo braidese da Vittorio Valente, Sakurai Shinya e dal giovane Nazareno De Santis».