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giovedì, 21 Novembre, 2024
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L’incantevole Isola di Dino in Calabria tra storia e tradizione

L’isola di Dino è la maggiore delle due isole calabresi (l’altra è l’Isola di Cirella) e sorge di fronte all’abitato di Praia a Mare, nel cosentino. Il nome forse deriva dal fatto che su essa sorgeva un tempio dedicato a Venere, oppure, ipotesi più accreditata, è quella che farebbe derivare il nome dall’etimo greco dina, ovvero vortice, tempesta. L’isola fu testimone di lotte e battaglie, incursioni piratesche, assalti, difese disperate. Nel 1928 diventa proprietà del Comune di Praia a Mare, quando diviene autonomo. Nel 1956 l’isola viene data in concessione per 99 anni e nel 1962 l’isola viene venduta per 50 milioni alla società amministrata da Gianni Agnelli con il fine di portare allo sviluppo turistico a livello internazionale dell’intero territorio. Il 13 giugno 2016 la sezione distaccata di Scalea del Tribunale di Paola ha annullato il contratto con il quale Gianni Agnelli comprò l’isoletta per 50 milioni di lire. Attualmente nuove forze imprenditoriali, locali, hanno intrapreso un difficile processo di valorizzazione dell’isola.

Isola Dino sola è quello di seguire la rotta est-nord–ovest. La prima grotta che s’incontra è quella detta del “monaco”, a seguire la “grotta delle sardine” così chiamata per le molte sardine che vi si trovano successivamente si incontra l’ampia entrata della “grotta del frontone”. A una cinquantina di metri da questa si incontra la “grotta delle cascate” così chiamata appunto per il rumore continuo delle acque che cadono. Subito dopo vi è l’entrata della “grotta azzurra” che è certamente la più bella delle grotte. Poco più avanti c’è la “grotta del leone” così chiamata per una roccia che immersa nell’acqua ha assunto la forma di un leone accovacciato. Si possono anche effettuare delle escursioni sull’isola alla scoperta della flora e della fauna.

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