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venerdì, 6 Dicembre, 2024
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Chef Daniele Orieti – l’Italia che vorremmo tutti, nel cuore di Allumiere

“Amo definire il mio ristorante moderno e camaleontico, fondato su una nuova cultura della ristorazione che unisce tradizione e modernità”.

In un’Italia che negli ultimi 8 anni ha visto i trasferimenti all’estero per lavoro aumentare del 42 per cento, ogni qualvolta che una Risorsa italiana rientra a casa per portare o costruire valore, la notizia andrebbe ripresa da tutte le testate giornalistiche e la persona in questione invitata dalle principali trasmissioni televisive. Sarebbe da esempio per quanti sognano di partire e da sprone per quanti si impegnano in questo bellissimo ma complicatissimo Paese. Se poi si ha anche il coraggio di sfidare le leggi dell’economia globale e investire non in una grande città, ma in un paesino di 3.500 abitanti ancora alle prese con le conseguenze della pandemia, è sicuramente una storia da raccontare.

E’ il caso di Daniele Orieti, Fondatore e Chef del Ristorante Le Cantine del Cardinale ad Allumiere, un antico Borgo Marinaro non lontano da Civitavecchia che sorge tra i monti della Tolfa.

E’ bastato un attimo, durante la nostra prima visita a Le Cantine, per capire quanto il progetto di Daniele fosse autentico e pensato proprio per integrarsi e promuovere il contesto locale. E’ bastato accedere alla terrazza del ristorante, affacciarsi sui campetti di calcio ormai abbandonati della chiesa di Allumiere e scorgere nei suoi occhi tutto l’orgoglio e la determinazione di chi è pronto a mettersi completamente in gioco per un ideale. E’ bastato un attimo, lungo all’infinito perché il tempo si era come fermato, per renderci conto di quanto tutto fosse incredibilmente speciale tanto era normale: un nuovo e accogliente ristorante, in un piccolo paese, con uno Chef originario di quello stesso territorio, letteralmente a due passi dal centro, pieno di persone del luogo o giunte dalla capitale e da altre città. Un’atmosfera così naturale, nel rapporto con lo staff e nella gestione delle due sale – eleganti ma sobrie, nei colori come nell’arredo –, nell’interazione con i clienti, nella presentazione dei piatti e dei menù, nell’educazione e nella professionalità innata di Chef Orieti, che tutto sembra facile, piacevole, familiare. Ascoltare le sue storie in giro per il mondo mescolarsi ai ricordi di quand’era ragazzo ad Allumiere, osservarlo mentre cucina o illustra i suoi progetti futuri, guidandoci nelle antiche cantine sotterranee del ristorante, sono parte di un’esperienza unica, in cui non c’è artificialità, non c’è costruzione, ogni cosa è al suo posto, al posto giusto.

Tutt’altro che facile ovviamente. Sacrifici, sofferenza, notti insonne tra risorse investite e burocrazia, il timore di non riuscire in un’impresa i cui rischi ben pochi sono disposti ad affrontare. Il percorso è ancora lungo e c’è ancora molto da fare, ma Le Cantine del Cardinale sono oggi una bellissima e solida realtà. Un faro che illumina di volontà e speranza non solo Allumiere, ma tutti i piccoli paesini della nostra meravigliosa penisola. In un momento in cui il mondo fatica a trovare il proprio spazio, a Chef Orieti va il merito di essere riuscito a ricreare in un piccolo angolo dell’Italia le condizioni ideali del vivere in sintonia con il luogo, le persone, il cibo e l’ambiente.

Daniele Orieti entra nell’Albo dei Tesori d’Italia per il suo impegno nella valorizzazione e nel rilancio delle piccole realtà territoriali apportando valore, qualità ed esperienza per un vivere più autentico, più sano e più genuino.

Lasciamo al nostro pubblico il piacere di scoprire la sua cucina e conoscere Chef Daniele di persona visitando direttamente Allumiere e Le Cantine del Cardinale.

Lui si racconta così…

“Sono Daniele Orieti nato a Civitavecchia nel 1979. Mi sento cittadino del mondo essendo cresciuto tra l’isola di Malta e diverse parti dell’Italia. Una vita vissuta intensamente, con energia e passione nel lavoro e negli affetti. Il mio punto di svolta è arrivato nel 2010, quando con i miei genitori mi sono trasferito in Perù, a sud di Lima, dove abbiamo acquistato un albergo su una spiaggia sull’oceano Pacifico e aperto un ristorante di cucina romana. Inizialmente ero negato ai fornelli, avendo lavorato nel mondo della moda per quasi 10 anni. Accolsi questo viaggio come un’opportunità di rilancio, dopo qualche anno, vissuto sempre con dignità, di lavori saltuari. Iniziai in Perù come lavapiatti e aiuto cucina di mia madre, poi come assistente di mio fratello, anche lui Chef, per poi diventare responsabile di cucina. Un turbinio di emozioni che mi portarono insieme ad un socio a trasferirmi in Spagna, a Malaga, per costruire letteralmente Osteria Angelino, ristorante di cucina romana. Dopo pochi anni ho ricevuto il mio primo riconoscimento importante in questo settore, il premio El plato de oro 2018 per la gastronomia. Sono seguiti vari encomi per la cucina e la cultura gastronomica italiana nel mondo, fino ad ottenere l’ingresso nell’associazione All Star di Malaga, che richiama i migliori chef della Provincia, come primo e unico chef italiano. Sono diventato quindi insegnante di cucina italiana per grandi o piccoli hotel e ristoranti della Costa del Sol e membro dell’associazione dei Cavalieri di Santo Silvestro Papa.

Dopo 11 anni e molte esperienze maturate all’estero, ho deciso insieme a mia moglie Dania Simoni e al mio italianissimo Sous-chef Fabrizio Bosio, di tornare in Italia ed aprire un ristorante per portare avanti un nuovo concetto di ristorazione. Avremmo potuto aprire a Roma o a Milano, ma la scelta è caduta su Allumiere perché da molti anni i piccoli comuni sono lasciati sempre più a loro stessi e per rilanciarli occorre fare qualcosa di concreto.  Abbiamo pensato così di investire sul nostro territorio d’origine rinnovando un locale con quasi 400 anni di storia. Il concept de Le Cantine del Cardinale parte dalla base della cucina romana, mio fil rouge professionale, nella quale inseriamo momenti culinari internazionali, come sud americani e spagnoli, o cucinando pesce. Creiamo molto spesso eventi, con una buona partecipazione dei clienti, portando dinamicità e spirito di cambiamento. Amo definire il mio ristorante moderno e camaleontico, fondato su una nuova cultura della ristorazione che unisce tradizione e modernità, sia nelle ricette sia nelle cotture”.

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